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Foto B.NET: L'interno della chiesa

Edificata all'inizio del '700 l'edificio sacro fa oggi parte della parrocchia di San Carlo e conserva una pregevole pala d'altare.


L'edificio sacro fu realizzato all'inizio del 1700 a ridosso dell'Oratorio di Santa Maria Maddalena, per volere dei fratelli Giovanni Battista e Gerolamo Grandi, pittori varesini che pur risiedendo abitualmente a Milano, possedevano nelle vicinanze una villa di campagna.

Sorta dunque come cappella privata, la chiesa fu arricchita con diverse opere dei due artisti, che però affidarono la realizzazione della pala d'altare ad altro artista, per lungo tempo identificato in F. Del Cairo, ma recentemente riattribuita a Federico Bianchi, che vi raffigurò il Risorto mentre appare alla Maddalena.

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Foto B.NET: L'interno della chiesa

I due fratelli istituirono anche una cappellania che si conservò sino all'avvento di Napoleone, che dispose la soppressione di queste istituzioni.

I due artisti scomparvero nel 1718 e per via ereditaria la chiesetta è entrata nel patrimonio della famiglia Ambrosini, sino al 1996, quando l'ultima esponente della famiglia, suor Giuseppina Ambrosini la donò alla parrocchia di San Carlo, nel cui ambito pastorale l'edificio ricade dalla sua istituzione avvenuta nel 1968.


Proprio la parrocchia di San Carlo nel 2004 ne dispose il restauro, curato dall'architetto Dario Carcano, che si è avvalso della collaborazione di Paola Bertaglia di Azzate per l'apparato pittorico, dell'Impresa Parolo di Varese per i lavori edili e di Giuseppe Zanfrà di Varese per le vetrate artistiche.

 

 Questo testo è stato curato da Raffaele Coppola sulla base di quanto riportato dal volume "San Carlo e la sua gente 1961-1986" edito dalla parrocchia di San Carlo nel 1986 e donatoci da don Gianni Brambilla, oltre che dalla targa commemorativa dei restauri, posta all'interno dell'edificio.

 


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