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Foto Mario Bianchi: Raffaele Coppola

Chiarimenti, scuse e uno spunto, a seguito dell'ultima iniziativa messa on line.


Come diversi lettori sanno, nell'ambito delle iniziative "Andrà tutto bene" promosse dal Circolobizzozero con il nostro giornale, venerdì notte abbiamo messo in rete la prima puntata del racconto collettivo proposto come gioco-passa tempo in questo periodo di reclusione forzata per molti bizzozeresi.

Per chi non conoscesse questo genere di iniziative, si tratta di un racconto che una volta iniziato dal promotore, viene continuato autonomamente e liberamente dai lettori, che dunque possono poi svilupparne la trama come meglio credono, scrivendo e proponendo i capitoli successivi.

Tale proposta è stata ideata e curata da chi vi scrive, cioè Raffaele Coppola, che dunque si assume ogni responsabilità in merito.

Ebbene come racconto collettivo ho pensato di proporre un giallo ambientato a Bizzozero e con protagonisti bizzozeresi veri, onde renderlo più accattivante e stimolante per la partecipazione; come ogni giallo che si rispetti ho previsto anche un omicidio, e come vittima - non volendo urtare la sensibilità di alcuno - ho indicato me stesso (del resto tanto prima o poi capiterà).

L'iniziativa, in termini generici, è stata presentata domenica scorsa (22 marzo); come per altri racconti presentati su questo giornale ho utilizzato il titolo del giallo come titolo dell'articolo di lancio (un esempio su tutti il giallo "Un bancario modello"), avendo però cura di specificare nel sommario che si trattava di un racconto di scrittura collettiva (il sommario tuttora on line recita: "Un omicidio per l’esperienza di scrittura collettiva promossa dal Circolobizzozero"), ed ho inserito in coda al racconto un esplicito ed esteso invito a collaborare alla sua continuazione, firmando il tutto con il mio nome e cognome (cioè il nome e cognome dello stesso assassinato che dunque racconta del suo omicidio !).

Purtroppo, come accaduto con il celebre "La guerra dei mondi" - ma senza alcuna velleità di confronto fra i due avvenimenti o fra i due racconti -,  nonostante questi accorgimenti, in diversi lettori hanno ritenuto che quanto pubblicato fosse un fatto di cronaca realmente accaduto, riportato da Bizzozero.net e rilanciato dal gruppo Facebook Bizzozero & Bizzozeresi, creando in qualcuno anche dispiacere o apprensione (ringrazio comunque per le espressioni di stima manifestatemi anche attraverso Mario, sebbene immeritate).

Di tutto ciò evidentemente sono l'unico responsabile, ed in quanto tale mi scuso, tanto più che la proposta è stata pensata per aiutare i bizzozeresi reclusi in casa a trascorrere del tempo (obiettivo raggiunto) in serenità (obiettivo chiaramente fallito, o quantomeno non raggiunto per tutti).

UNA BREVE RIFLESSIONE

La circostanza però - unita ad altri episodi accaduti in queste ultimissime settimane - mi ha fatto sviluppare anche una riflessione che vorrei condividere con chi avrà la bontà (e tempo, ma soprattutto voglia) di leggere, e che comunque cercherò di esporre quanto più sinteticamente possibile.

Come tutti gli analisti non si stancano di ripetere, e come tutti noi verifichiamo quotidianamente, l'informazione e la comunicazione più in generale, sono profondamente cambiate negli ultimi anni; da un'informazione che arrivava calata dall'alto attraverso pochi e strutturati organi di comunicazione, si è passati ad un'informazione ed una comunicazione reticolare, dove ognuno di noi (ad esempio attraverso i propri profili sui social network) è divenuto una fonte d'informazione. Dunque - anche se non ce ne rendiamo conto - la responsabilità di quello che ciascuno di noi dice o scrive è cresciuta enormemente:

  • C'è la responsabilità di chi scrive (su un giornale, ma anche in un gruppo on line, e finanche sul proprio profilo social), che deve verificare l'autenticità dei contenuti e valutare le modalità con cui trasmetterli
  • C'è la responsabilità di chi legge che non deve prendere solo una parte dei contenuti
  • C'è la responsabilità di chi commenta che non può limitarsi ad esprimere un'opinione sulla sola base del titolo di un post
  • C'è la responsabilità di chi riferisce cose lette o sentite, che deve verificare ciò che ha letto o sentito e riferirlo fedelmente senza aggiungervi fatti supposti trasformandoli falsamente in certezze verificate

Poichè inevitabilmente si è portati a collegare quanto ora scritto a quanto accaduto, sottolineo che la prima e più importante responsabilità ricade su chi scrive (una notizia, una riflessione, un racconto), poichè tale scritto rappresenta l'origine di tutto ciò che ne consegue, e se tale origine è errata, imprecisa, falsa o fraintendibile, genera un effetto negativo a cascata.

IN CONCLUSIONE

Questa iniziativa di scrittura condivisa resterà attiva (si vedrà comunque se qualcuno vi parteciperà), questo perchè:

  1. Pur facendo ammenda sulle modalità con cui è stata lanciata questa proposta, sono e siamo consapevoli che nonostante tutti gli accorgimenti che si potranno prendere, non ci è possibile obbligare nessuno a leggere per intero gli articoli, a capire ciò che legge, e a non inventare circostanze non vere (abbiamo raccolto diverse testimonianze di persone che hanno riferito di aver visto ambulanza e polizia sul posto dell'omicidio inventato !), poichè l'alternativa sarebbe la rinuncia a qualunque tipo di attività ed iniziativa
  2. Data la premessa del punto 1 e sulla scorta di altre esperienza analoghe, ritengo e riteniamo questa iniziativa utile per raggiungere gli scopi che ci si era posti (intrattenere i bizzozeresi)

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