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Padre Generoso Dal Ferro

Il testo dell'omelia pronunciata in occasione delle esequie del missionario bizzozerese.


Lo scorso 21 settembre, in occasione del funerale di padre Generoso Dal Ferro, il cappuccino missionario originario di Bizzozero che a lungo ha operato in Thailandia e che è spirato a Bergamo, il Padre Provinciale dei Cappuccini, officiante il rito funebre, ha ricordato il religioso con una riflessione che è anche ricordo, particolarmente toccante e significativa; grazie ad Antonella Dal Ferro, nipote di padre Generoso, che ha registrato, trascritto e messo a nostra disposizione tale omelia, siamo ora in grado di riproporne il testo, per la cui lettura è però doveroso tener presente che si tratta appunto della trascrizione di un testo orale, non pensato originariamente per essere trasposto in forma scritta:

La Bibbia dice che noi siamo fatti di polvere e dello Spirito di Dio; la polvere dice la nostra fragilità e la nostra caducità, prima o poi questa polvere viene spazzata via ma il respiro di Dio che Lui ha messo in questa polvere formando il 1° uomo rimane; è uno Spirito di nuova qualità; uno Spirito che non viene meno e che non subisce corruzione, che non perde la sua forza e la vitalità.

Ecco, Generoso vive di questo respiro e non diventerà polvere e cenere ma dimora sempre presso Dio nella comunione con Lui, una comunione che ha desiderato per tutta la sua vita, da quando è stato chiamato e da quando ha vestito i panni della prova, che significa decidere se questa vita gli fosse confacente, se questa era la vocazione che il Signore gli aveva affidato; ebbene da quel tempo ha vissuto questa prova fino alla fine. E questa prova è stata superata se di prova si tratta.. E’ una prova che ha trovato Generoso fedele alla sua scelta, non solo nella parola ma fedele nei gesti, fedele nella vita di ogni giorno, quindi davvero una grande prova, ma la prova non è una tentazione; questa prova vuol dire vivere come discepolo del Signore, secondo lo stile che ci ha insegnato San Francesco e San Francesco ha uno stile di vita preciso e particolare di seguire il Signore, per farci capire... ma Generoso ha seguito il Signore in questa modalità di San Francesco e gli apparteneva!! Si sentiva a casa sua con questa particolarità, gli piaceva essere un Frate Cappuccino e ha vissuto una vita piena, una vita che non è stato facile arrivare fino a questa età che il Signore gli ha dato, ma con questa letizia e questa fede, con questa gioia di appartenere al Signore!
Padre Generoso è morto sereno. Oggi viviamo questa celebrazione con serenità; noi ci incupiamo facilmente per tutte le cose ma Generoso era un uomo sereno anche nella malattia, in particolare nella malattia; tutte le volte che l’ho incontrato – e lo testimoniano i confratelli e il personale dell’infermeria – aveva sempre un sorriso ed era evidentemente un uomo sofferente e vedeva la sua vita davanti a questo, scivolare via fisicamente, però era un uomo sereno. Quando un uomo è sereno vuol dire che ha trovato qualcosa che lo rende sereno e la serenità di Padre Generoso era quel volto del Signore! E si parlava un po’ quando lo si incontrava e lui era sempre sorridente, quando era un po’ assopito e gli si dava un buffetto e lui si svegliava gli si chiedeva: “Come va Generoso?” – “Bene!” – rispondeva. “Ma come riesci a vivere così?” – “Si riesce, si riesce; io aspetto che il Signore venga e sono desideroso di incontrarlo!”. E Generoso nella sua serenità è stato capace di accoglienza, una persona che viveva da uomo in questa grande Misericordia di Dio; una figura che ci mancherà a noi frati, proprio come esperienza di gioia e allegria, di senso della fraternità e di volontà di allacciare i rapporti.

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Padre Generoso Dal Ferro

Allora vorrei dire due parole sulla lettera di San Paolo apostolo che dice: “Vi esorto a comportarvi in maniera degna dei doni del Signore che avete ricevuto” e Padre Generoso ha vissuto in maniera degna la sua pena, la sua sofferenza, capace veramente di incarnare questi valori che rientrano nella nostra professione religiosa: povertà, obbedienza, castità, fraternità e ha incarnato questa vocazione e i suoi confratelli si sentivano sereni di fianco a Fra Generoso. Quando ti senti sereno di fianco a una persona vuol dire che quella persona ha qualcosa di particolare, non ci dà l’idea del rifiuto di essere superiore, ma ci dà l’idea di essere nostro fratello; lui ha vissuto in maniera degna la sua sua vocazione. Ebbene questa vocazione anche quando era in in Thailandia lo ha portato a scrivere ai suoi fratelli che veniva considerato come il “Padre eterno”, ma lui diceva sempre: “Sono poca cosa, sono solo un fratello tra i fratelli! E non so nemmeno parlare il Thai!” – che è una lingua complicata. Ha cercato a quell’età (53 anni), 1980, di impararla e diceva: “Forse qualche testimonianza con la vita la darò ma solo il Signore lo sa!”. E non voleva che gli altri fratelli guardassero a lui dicendo: “Ecco come bisogna essere frate!”; ma lui con estrema umiltà mai si è posto davanti e mai si è posto sul piedistallo, mai ha giudicato dall’alto i suoi fratelli, ma con estrema dolcezza, questa è l’unità che ci fa bene.

La dolcezza è una caratteristica che non deve mai mancare altrimenti i rapporti diventano sempre più tesi e più difficili. Facciamo fatica a creare dei rapporti ma lui li creava con il suo stile, il suo modo di vivere, da come si presentava alla gente con uno stile molto semplice. Questa semplicità la si vedeva specialmente nel Sacramento della riconciliazione, era molto accogliente anche in questo, era molto vicino alle persone per la sua dolcezza e magnanimità, accoglieva il peccato e lo consegnava alla bontà di Dio, sempre magnanimo e disposto a perdere la sua vita per dare le sue forze e le sue energie per la Fede. E questa vocazione diventa sopportabile se la si vive come frate.

Anche dentro la comunità Generoso non era un rissoso, aveva le sue idee come tutti, giustamente, ma non che si imputava o esagerava nel difendere le sue idee. Era uno che ascoltava e sapeva dire la sua, che sapeva generare un clima di amore vicendevole. Chi è stato con lui sa che era uno che cercava di creare una buona situazione di fraternità, non cercava di complicare la vita ai fratelli, viveva nello spirito e con la pace, la pace che aveva nel cuore, Fra Generoso, ed è la pace che ha diffuso e che ha portato come persona, in maniera preziosa, ciò che valeva la pena di ricercare, di perseguire e ha donato la sua pace anche a noi.

Ci mancherà… ci mancherà come ci mancano tutti i frati che abbiamo consegnato al Signore; ciascuno ha lasciato un tratto di luce, una testimonianza. Generoso ci ha dato la sua, per la serenità, l’umiltà, la magnanimità, la mitezza, la dolcezza, ci mancherà il suo sorriso, ma siamo convinti che lui è contento perché desiderava incontrare il Signore e lo ha raggiunto, ne siamo certi, ne siamo certi…

Trascrizione a cura di Antonella Dal Ferro dell'omelia del funerale di Padre Generoso – 21 settembre 2019 Convento di Bergamo Borgo Palazzo.

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