uninsubria 20160909 MAB Padiglione Morselli

Foto Mario Bianchi: Il Padiglione Morselli in via Ottorino Rossi

Importante mostra fotografica negli spazi dell'università visitabile gratuitamente sino a gennaio.


Ha aperto mercoledì 9 ottobre la mostra «Colore, colore, colore. 50 scatti di Giorgio Lotti tra natura, luce e astrazione cromatica», dedicata a un insigne esponente della fotografia italiana e internazionale del XX e XXI secolo, presso il Padiglione Morselli (Campus Bizzozero), dell’Università degli Studi dell’Insubria, via O. Rossi, 9 a Varese.

La mostra è stata inaugurata alla presenza del Magnifico Rettore, prof. Angelo Tagliabue. E’ ideata dal prof. Andrea Spiriti, presidente del Centro di Ricerca sulla Storia dell'Arte Contemporanea (CRiSAC), del Dipartimento di Scienze Umane e dell'Innovazione per il Territorio (DiSUIT). L’esposizione è curata dalla dottoressa Laura Facchin e dal dottor Massimiliano Ferrario e apre il ciclo di esposizioni dedicate all’arte fotografica contemporanea; progetto che vede il Padiglione Morselli affiancarsi alla sede di via Ravasi, luogo deputato all’allestimento di mostre temporanee di pittura e scultura.

La raccolta di cinquanta scatti, parte della più ampia ricerca tematica condotta, sin dagli anni Settanta, da Giorgio Lotti, milanese di nascita, ma varesino d’adozione, sulla triade astratta linea-forma-colore, ben testimonia la capacità di fare dialogare fotografia e pittura, conciliando le specificità in un tutt’uno armonico, sinestetico. Le opere fanno parte di due cicli tematici: «Luce e Mare» e «Luce, Colore, Emozioni». Aprono e chiudono il percorso espositivo due fotografie che affiancano, al protagonismo dei colori, la figura umana e la componente segnico-scrittoria. La prima è intitolata «La luce, il sole, l’uomo. Questa stupenda storia che è la luce»; nella seconda, un Autoritratto, campeggia la dicitura «Art. Fotografi Italiani», omaggio alla grande fotografia artistica italiana.

Quella proposta da Lotti, da sempre attratto dalle convergenze artistiche, omaggiate in vari ritratti dedicati ai grandi maestri dell’arte del Novecento, è la prova del fatto che fondendo l’estro, la creatività e la tecnica allo spettacolo che la natura pone quotidianamente dinanzi agli occhi di chi è in grado di coglierne e valorizzarne le intrinseche sfumature liriche ed estetizzanti, è possibile «dipingere» anche con un obiettivo fotografico. Il risultato è un ricercato effetto di variabilità cromatica e ottico-percettiva, ottenuto fissando sulla pellicola i giochi di colore naturalmente determinati dalla superficie dell’acqua al mutare delle condizioni luminose, climatiche, stagionali.

Il tutto senza alcun intervento di post-produzione, ma sfruttando unicamente le potenzialità della macchina e l’abilità del fotografo, capace di restituire, in un singolo scatto, sbalorditivi effetti cromatici e luministici che nulla hanno da invidiare a un’opera pittorica di Astrattismo Lirico, Espressionismo Astratto, Color-Field Painting, Informale, od Op Art.

La mostra sarà visitabile sino al 7 gennaio, con orario continuato dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 19.00.

Articoli correlati: Aitis ancora in mostra