Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena

Approfondimento del Vangelo di domenica 27 agosto a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto ogni venerdì sera alle ore 21.00, presso la chiesa di S. Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 25 agosto 2017:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

Domenica che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore
Mc 12, 13 - 17

13Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. 14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo».16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 17Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

La parola di Gesù mette a tacere gli scribi e i farisei che vogliono coglierlo in fallo perché mette ordine, nel suo aspetto essenziale, al rapporto fra Dio e le istituzioni umane, indicando il fatto che queste due realtà devono avere una loro autonomia ma anche una proficua relazione e collaborazione, perché “dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” vuol dire, da una parte, riconoscere a Dio il primato e dall’altra riconoscere anche la necessità delle istituzioni umane e riconoscere che è buona cosa che né l’una né l’altra facciano a meno reciprocamente. Infatti, quando vi è l’invocazione del nome di Dio, ma senza riferimento alle istituzioni umane, il rischio concreto è il fondamentalismo e gli effetti del fondamentalismo sono sotto i nostri occhi, quotidianamente, con tutte le sue espressioni di violenza. Allora mai l’uno senza l’altro! Ma ecco: questo rapporto, che Gesù così ben chiarisce, noi sappiamo che nei fatti e nella storia non è mai così chiaro perché è sempre soggetto al fraintendimento o agli abusi e le letture di oggi ce ne raccontano alcune.
La prima lettura ci dice l’abuso dell’autorità dell’istituzione umana che compie questa strage di innocenti - e qui rivediamo tutte le dittature che ritengono di non avere nessun criterio, nessun riferimento sopra di loro per poter agire senza renderne conto. Vi è questa bellissima parola detta, pronunciata da questi uomini che dicono così: “moriamo nella nostra innocenza, ci sono testimoni i cieli e la terra che ci fate morire ingiustamente” ed è una bella parola sulle labbra di questi martiri, ma direi sulle labbra dei martiri di ogni tempo - “ci sono testimoni il cielo e la terra” - che è come dire: “non finisce qui, qualcuno raccoglierà la nostra eredità lassù in cielo o quaggiù sulla terra, e la porterà avanti e ci farà giustizia”.
Nella seconda lettura invece si vede come san Paolo ci aiuta a non confondere fra lo Spirito di Dio e lo spirito del Maligno, lo spirito del male, ed anche questa distinzione è una distinzione essenziale perché quando c’è la violenza, quando c’è l’omicidio, quando c’è l’uomo che attenta alla vita del proprio simile, lì non c’è Dio ma c’è lo spirito del Maligno. Quando si compie questo attentato alla vita umana, nel nome di Dio, si aggiunge bestemmia a bestemmia, perché lo si fa in obbedienza allo spirito del male, travisandolo e dandogli il nome di Dio, quindi una doppia falsità. E San Paolo ci aiuta anche a chiarire bene la differenza fra le armi - quello che impropriamente è l’uso della forza, che è tipico delle istituzioni umane che a volte devono ricorrere alla forza e ci incorrono legittimamente quando devono compiere una legittima difesa - e le armi, invece, di Dio che sono più propriamente l’armatura che san Paolo qui ben descrive che è fatta così: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; ai tuoi piedi la propagazione del vangelo della pace; in mano lo scudo della fede; l’elmo della salvezza e la spada della parola di Dio. Vedete quali sono le armi di Dio? Uno può dire - come qualcuno ha detto nella storia - “Ma con queste armi non si vincono le battaglie!” Infatti: “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio!” Con queste armi non si vincono le battaglie, secondo la logica di questo mondo; si vince un’altra battaglia che, però, è più importante vincere: quella contro lo spirito del male che è all’origine di ogni male! Quindi il male non lo si combatte marginalmente, nei suoi effetti, ma nella sua radice! Allora, mentre ricordiamo la cronaca che ci parla di male, non dobbiamo dimenticare che c’è un male da vincere alla sua radice, un male che sta dentro il cuore dell’uomo e che lo si può vincere solo con le armi di Dio.
Ecco allora perché le letture di oggi, con queste parole molto chiare, molto forti ci aiutano anche in questa nostra attualità, in cui sentiamo ancora ritornare la violenza dell’uomo contro l’uomo. Qualche giorno fa mi trovavo al funerale, a Legnano, di Bruno Gullotta, che era un ragazzo dell’oratorio dei Santi Martiri di Legnano dove io sono stato coadiutore ancora da prete novello, qualche anno fa. Sono andato per partecipare al dolore di questa città e di questa famiglia: un dolore molto composto, molto dignitoso e ho sentito risuonare parole forti, parole importanti insieme alle parole di condanna ferma e assoluta di questi gesti insensati. Ma si diceva: “chi sta dalla parte di Dio, la vita la dà, non la toglie!” Questa è la differenza fondamentale! Chi sta dalla parte di Dio la vita la genera, la promuove, la difende, la custodisce, la ama! Invece chi sta contro Dio ed è contrario a Lui, la vita la toglie, la disprezza, la calpesta. Questa deve essere una differenza netta, che va segnata e non va mai dimenticata! Dove c’è Dio c’è la vita! E chi ama la vita e custodisce la vita è dalla parte di Dio altrimenti, se cerchi la morte, sei contro di lui.
Allora ecco perché queste parole ci infondono molto coraggio, anche se siamo pieni di preoccupazione e di apprensione, ma ci infondono molto coraggio e devo dire che anche il sentire la reazione della città di Barcellona ai recenti attentati e vedere la gente gridare insieme in spagnolo “"No tengo miedo" - “io non ho paura” - ci fa pensare davvero che la strada è questa: Non cedere a chi vuole mettere sul nostro cuore il macigno della paura che paralizza anche la nostra fede, la nostra fiducia. Io non ho paura: questa è la risposta migliore a chi oggi la vita invece che darla la toglie.

Don Marco Casale

Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero

Trascrizione non rivista dall’autore

 

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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