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Foto Marino Sanvito: La chiesa di Santo Stefano di Bizzozero

Seconda puntata del nostro episcopriamo dedicata al recupero della chiesa di Santo Stefano, raccontato da Giuseppe Terziroli.

 


Continua il nostro percorso di avvicinamento alla visita-evento di domani, venerdì 4 agosto 2017, quando il nuovo arcivescovo della diocesi di Milano, nel suo pellegrinaggio mariano, farà tappa a Bizzozero, nella chiesa di Santo Stefano, per un momento di preghiera.

 

Ieri abbiamo presentato l'uomo, la storia personale ed umana del nuovo pastore, oggi presentiamo il luogo, la chiesa di Santo Stefano. A questo gioiello architettonico che segna la storia e la presenza cristiana nel nostro territorio BIZZOZERO.NET ha già dedicato una pagina di approfondimento, quest'oggi dunque vi proponiamo un racconto del suo recupero attraverso le parole di Giuseppe Terziroli, protagonista di quell'intervento che salvò l'edificio, l'arte e la testimonianza religiosa che incarna, e che ringraziamo anche per la sua cortese disponibilità.

La Chiesa di Santo Stefano, insigne monumento di arte romanica di importanza nazionale, divenne oggetto dei restauri promossa da un Civico Comitato appositamente  costituitosì alla fine del 1969 (alla fine di questo contributo ne citerò i componenti per dovere di conoscenza storica).

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Foto Zaffaroni: Il ciclo pittorico dell'abside

Pure nella dimenticanza dei secoli aveva conservato il Santo Stefano di Bizzozero  il suo fascino, derivato dall'architettura comprendente la torre campanaria (più antica rispetto all'edificio attuale) e dagli affreschi dell'abside, disposti addirittura su tre strati, di cui il più recente porta la data del 1536, raffiguranti gli Apostoli nella fascia inferiore e i Padri della Chiesa in quella superiore e da quelli mirabili del Ciborio che rappresentano l'opera prima di Magister Galdinus de Varisio che nel 1498 dipinse Sibille e Profeti oltre ad una eccezionale Annunciazione che richiama il pittore Foppa, sul frontone esterno.
L'artista stesso ne certificò la data di esecuzione in loco.

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Foto d'archivio: Gli affreschi dell'abside prima del restauro

L'importanza del monumento e la constatazione del suo gravissimo stato di abbandono, ormai vicino ad uno stato di derilizione senza ritorno, indussero ad un accordo strategico alcune Associazioni tra le quali il  Gruppo culturale di Bizzozero, da me guidato, il Club Amatori Arte di Varese, nella figura del dottor Mario Miglierina, giovani ricercatori e studiosi quali il professor Renzo Talamona, a dare origine ad un comitato pro restauro della chiesa.
I lavori furono condotti sotto la guida dell'Architetto Bruno Ravasi, il restauratore della maggior parte delle Chiese varesine, autore tra l'altro di importantissimi interventi ad Arcumeggia, all'Isolino Virginia, al Museo di Pavia, solo per fare alcuni accenni.

 

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Archivio Mario Bianchi - Prospettivadodici "Bizzozero la sua storia la sua gente"
l'arch. Ravasi (secondo da destra) durante i restauri di S. Stefano

 

A metà dicembre 1971 si era arrivati ad una tappa importante, culminata nella messa in opera del tetto; in concomitanza ci si era occupati dei restauri agli affreschi, con il miracoloso salvataggio dell'affresco della Madonna del latte e  della vicina Madonna in trono, sotto il ciborio.

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Foto d'archivio: il ciborio durante i restauri

Seguirono sondaggi sotto il pavimento, con la scoperta del tracciato di un antichissima chiesa del VII-VIII secolo e di numerose tombe.

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Ricostruzione della stratificazione degli edifici succedutisi nell'area dell'odierna chiesa.

La Chiesa totalmente priva di fondamenta ne fu dotata e si consolidarono così i muri perimetrali.
Il Comitato ha voluto sempre compiere opera di sensibilizzazione culturale, dando accesso al pubblico tutte le domeniche onde consentirgli di prendere visione dei lavori e delle fondamentali scoperte per la storia dell'arte locale.
Avvenne così che la popolazione locale e quella Varesina assistessero da vicino ad un autentico miracolo: assistere ad alcune fasi importantissime del restauro tra le quali la scoperta sulle pareti laterali dell'altare di pitture che si trovavano al di sotto di decorazioni del 1500.
Erano affreschi romanici riproducenti: Sant'Ambrogio ed un "Santo con corona", da taluni identificato come lo stesso Stefano.
Ma non era finita in quanto ci si doveva occupare degli affreschi della parete nord .
Assistemmo così a nuove scoperte e restauri con il ritrovamento di lacerti di affreschi romanici e la messa in luce delle Madonne votive del XIV XV XVI sec.
Lo scopo del Comitato non era quello solo di recuperare un edificio antico di ma di porlo alla disposizione del culto.
Si crearono nuovi vani aggiuntivi per funzioni di servizio, come il portico d'ingresso, la sacrestia, i servizi igienici.
I problemi finanziari e di sostegno furono tra quelli più assillanti ed instancabile fu l'opera del segretario scrivente nel bussare a tutte le porte.
Nel mio archivio personale, che poi è quello del Comitato, esiste una poderosa documentazione a riguardo.
A tale proposito mi preme segnalare 3 momenti tra i più importanti .
La donazione pervenuta dalla Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese, nella figura del suo grande e storico Presidente Notaio Luigi Zanzi senior, il contributo di tutti gli artisti di Varese mediante la donazione di loro opere e l'intervento della famiglia Bassani con un grande contributo in memoria di Luigi Bassani.
Concludo dicendo che la nostra iniziativa si dimostrò davvero provvidenziale non solamente per salvare una testimonianza storica ma per dotare di un adeguato luogo di culto l'insediamento nella zona di centinaia di nuove famiglie nei nuovi quartieri che si erano realizzati verso nord.
Avvenne così, come nei secoli passati che il nostro Santo Stefano ritornasse ad essere il centro di animazione spirituale, senza cadere nella trappola dell'abbandono.
Mi sembra doveroso riportare tutti i membri del Comitato:
Professor Silvano Colombo Presidente
Architetto Bruno Ravasi progettista Direttore dei lavori
Dottor Pino Terziroli Segretario Tesoriere
Dottor Mario Miglierina rappresentante Club Amatori Arte Varese
Professor Walter Roccato Console Touring Club Italiano Canonico don Luigi Antonetti Parroco di Bizzozero Restauratrice affreschi Professoressa Maria Marcella Sorteni.
I Iavori di restauro murari furono realizzati dalla Impresa Molteni di Varese.
A seguito della scomparsa dell'Architetto Bruno Ravasi, avvenuta nel gennaio del 1978 il restauro successivo del campanile fu progettato diretto dal nipote di Ravasi Architetto Guido Zanzi e dal Geometra Cesare Bossi.
A cominciare dall' Architetto Ravasi il contributo del comitato civico è stato totalmente gratuito e volontario.
Lo stesso Ravasi realizzò serigrafie d'arte a sue spese il cui ricavato andrà totalmente a beneficio della tesoreria del Comitato stesso.

Giuseppe Terziroli

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