Il simbolo del giubileo

Domani, domenica 13 marzo, la parrocchia di Bizzozero in pellegrinaggio giubilare al Sacro Monte.


Novità del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco è la disponibilità di numerose Porte Sante in tutte le diocesi del mondo; per la prima volta nella storia dunque per poter partecipare all'evento religioso ed attraversare la Porta Santa, non sarà necessario recarsi a Roma, ma si potrà andare in pellegrinaggio anche in località decisamente più vicine, come ad esempio al Sacro Monte di Varese, dove pure è presente una Porta Santa.

Occasione ghiotta che la parrocchia dei SS Evasio e Stefano non si è lasciata sfuggire, promuovendo un apposito pellegrinaggio per domani, domenica 13 marzo.

L'appuntamento è per le ore 13.45 in piazza S. Evasio, dove un pullman appositamente noleggiato sarà a disposizione dei parrocchiani che vorranno prendere parte al momento spirituale (costo politico del biglietto andata e ritorno 3 euro per gli adulti 1 euro per bambini e ragazzi sino alla terza media), in alternativa è possibile recarsi alla prima cappella con i propri mezzi, con ritrovo per le 14.15. Alle 15.30 è poi prevista in santuario la celebrazione del giubileo. La ripartenza è programmata per le ore ore 16.45.

  

 GUIDA AL GIUBILEO DELLA DIOCESI DI MILANO

Cara sorella, caro fratello nel Signore, su invito di papa Francesco e con la Chiesa che è mistero di comunione stai celebrando il Giubileo della Misericordia.

Come saprai, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia è possibile ricevere il dono dell’Indulgenza.

Come dice il termine, l’Indulgenza è segno dell’amore “indulgente” di Dio per noi. Grazie a questo amore misericordioso noi facciamo esperienza della piena redenzione dal peccato e dalle sue conseguenze.

Potrai ottenere l’Indulgenza: - entrando in una delle Chiese giubilari, attraversando la Porta della Misericordia e fermandoti in preghiera (recitando la preghiera composta da papa Francesco) e rinnovando la professione di fede (proclamando il Credo);

Attraversando la Porta della Misericordia ricorderai a te stesso che Gesù è “la porta delle pecore” (cf. Gv 10,7): grazie a lui si entra nella vita dei redenti, scaturita dal suo sacrificio d’amore. Con la recita del Credo esprimerai personalmente la tua fede, sorgente di vita eterna.

- oppure compiendo un’opera di misericordia corporale o spirituale.

L’opera di misericordia è testimonianza del tuo desiderio di convertirti all’amore di Cristo e di renderlo presente nel mondo. Le opere di misericordia corporali sono: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare i malati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Le opere di misericordia spirituali sono: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

Accompagnerai queste azioni, nello stesso giorno o nei giorni vicini: - con la celebrazione del Sacramento della Penitenza e la partecipazione all’Eucaristia - e con la preghiera secondo le intenzioni del Papa (il Padre nostro e l’Ave Maria).

Con il Sacramento della Penitenza ricevi il perdono dei peccati e nell’Eucaristia giungi al vertice dell’incontro con il Signore Gesù, nostra pace e riconciliazione. La preghiera per il Sommo Pontefice testimonia la tua comunione con tutta la Chiesa e il tuo desiderio di contribuire alla sua opera di salvezza universale.

Potrai ottenere l’Indulgenza a favore di te stesso (ma non di altre persone viventi).

Ogni peccato, particolarmente il peccato grave, seppure realmente perdonato nel Sacramento della Penitenza, reca con sé delle conseguenze personali e comunitarie che permangono nel tempo. Lo sappiamo per esperienza. C’è una “pena temporale” che ci “sentiamo addosso” a seguito del peccato commesso: il peso del disordine morale e del condizionamento, il peso del rimorso, il peso delle conseguenze sugli altri. Tutto questo domanda di essere risanato. La potenza della misericordia di Dio opera questa guarigione personale profonda proprio attraverso l’Indulgenza. L’Indulgenza del Giubileo è detta “plenaria” perché destinata, dal punto di vista di Dio, a riscattare pienamente il peccato e le sue conseguenze. Di essa tuttavia noi facciamo esperienza nella forma sempre temporale o storica, legata cioè alla nostra condizione attuale. Succede così, purtroppo, che il peccato venga da noi nuovamente compiuto e abbia nuovamente bisogno di perdono e di guarigione interiore. Per questo l’Indulgenza può essere ricevuta più volte in vita.

Potrai domandarla come dono di Dio anche a favore di un defunto.

Ciò che la fede ci permette di sapere della condizione dei nostri morti è che sono vivi nel Signore e sono giunti a lui con il carico delle loro opere. Presentandosi a lui conterà la capacità di bene dimostrata in vita. Essa consentirà di gustare lo splendore della gloria di Dio. Le conseguenze del male commesso, le ferite lasciate dalle colpe, la sensazione di indegnità, tutto ciò sarà assunto dal Padre della misericordia. Da qui egli partirà per compiere in noi un’opera di trasfigurazione: diventeremo così simili a lui e potremo vederlo così come egli è (cf. 1Gv 3,2). In questo senso c’è una “pena” da riscattare anche per i defunti, un peso di cui liberarsi, un rinnovamento da compiere. È la realtà del “Purgatorio”. Per la misteriosa solidarietà che deriva dall’appartenere alla Comunione dei Santi, noi che siamo ora vivi possiamo contribuire alla piena santificazione di quanti sono defunti. La Messa di suffragio, l’invocazione della Madre di Dio e dei Santi a favore dei defunti, l’Indulgenza richiesta per loro, sono i modi con cui la Chiesa rende possibile questa opera di carità a favore di quanti sono entrati nel riposo eterno.

Sappi che i malati o chiunque altro non possa uscire dalla propria abitazione per seri motivi riceveranno l’Indulgenza offrendo a Dio la propria sofferenza e preghiera, ricevendo la Comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria anche attraverso i mezzi di comunicazione. Vivi con profonda fede questo momento. Compi il gesto che ottiene l’Indulgenza riconoscendovi un segno della grande misericordia del Signore per te e per tutti. Sii grato a lui per questo dono che ti rinnova interiormente e può contribuire alla piena redenzione di tanti fratelli e sorelle in Cristo.

SIMBOLO DELLA FEDE (CREDO)

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO PER L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi. Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro; l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio! Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria. Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore; fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio. Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore e la sua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio, proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista. Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

  

 

  

SIGNIFICATO DEL LOGO DEL GIUBILEO

Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell’Anno giubilare. Nel motto Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr. Lc 6,37-38).
Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un’immagine molto cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l’amore del Padre.
La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona. 

  

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