La copertina del romanzo di Raffaele Pugliese

Intervista a Raffaele Pugliese, il romanziare bizzozerese che ha da poco pubblicato il libro "Le sette reti".

 


 

Abbiamo avuto modo di parlare di questo secondo romanzo di Pugliese in occasione della proclamazione del "Bizzozerese dell'anno", ma abbiamo voluto approfondire il tema con un'intervista più approfondita allo scrittore bizzozerese, intervista che vi proponiamo di seguito:

Prof. Pugliese, dopo la ”Traversata del lago”, ”Le sette reti”, un romanzo che in qualche modo è la prosecuzione del primo, e sempre sul lago di Varese; come mai questa scelta ?

Scrivere un romanzo a tavolino pianificandolo nei dettagli è una cosa non molto sensata dal punto di vista letterario. Si perde la freschezza dell’invenzione e la spinta generatrice del sogno.
Dopo qualche mese dall’uscita del primo libro sapevo che il secondo avrebbe avuto per protagonisti Sara, il vecchio Ezio, il giovane Amerigo e il lago. La vicenda umana di Amerigo e ugualmente la storia del dramma ambientale del Lago di Varese non si erano pienamente dispiegati nella  Traversata del lago.
Sentivo quindi la necessità di dare un ulteriore sviluppo alla storia ed è nato il nuovo romanzo: “ Le Sette Reti”. La scrittura del testo è avvenuta in modo naturale e spontaneo.

Quali sono i fili conduttori che caratterizzano la trama di questo suo secondo lavoro letterario ?

Negli  anni Sessanta dunque il Lago di Varese è attraversato da una profonda crisi ecologica. In questo ambiente naturale millenario, contaminato dalla rapida e incontrollata industrializzazione del secondo dopoguerra, si svolge l’educazione sentimentale di Amerigo. Mentre il lago e l’ antica comunità dei pescatori ad esso legata vivono il lacerante sconvolgimento ecologico provocato dall’inquinamento, Amerigo incontra Sara che inconsapevolmente gli  attiva i nodi più tenaci della sua vita interiore. La storia d’amore tra i due giovani si evolve in un ambiente lacustre lussureggiante che mostra, accanto alle luci  e alla bellezza di una storia naturale e culturale con radici solide e vive profondissime nel tempo, le ombre di un inquinamento  subdolo e inquietante. In questo scenario i giovani si incontrano, si amano, pescano con i bartevèj, si bagnano nel lago, ne percorrono le sponde con Ezio, il vecchio saggio pescatore, che ne rivela bellezze, segreti, speranze di rinascita. Nel profondo ma impermanente amore per Sara Amerigo è costretto a riconoscere e a sanare il suo male di vivere  e a costruirsi giovane uomo artefice della propria esistenza.

C’è un filone che forse si può definire ambientalista in questa trama, ma anche un significativo legame al nostro territorio, il tutto visto attraverso le vicende del giovane Amerigo. Ma allora chi è il protagonista del romanzo ?

Amerigo, Ezio, Sara. Lo scenario in cui i tre personaggi si muovono è arricchito dalla comunità dei pescatori, dalla nonna Vincenzina, da pescatori di frodo e ladri di bartevéj.
Ma naturalmente come nel primo libro il protagonista principale è il lago di Varese.
Lo afferma chiaramente la scandinavista Carmen Giorgetti Cima nella sua introduzione al libro:
“Il ritorno a casa di Amerigo, dopo l’esperienza di discepolo del pittore Siro, è un ritorno tormentato come tormentata è la vita del suo lago, minacciata da un gravissimo inquinamento. Un momento di crisi e di trasformazione per entrambi dunque, dove il paesaggio esteriore riflette quello interiore in un continuo altalenare di speranza e di disperazione. Così, come Amerigo dovrà rinunciare al grande amore, personificato in Sara, il lago dovrà rinunciare alla sua purezza antica, alla sua pescosità leggendaria. Ma entrambi continueranno a vivere, perché devono, perché la vita è comunque sempre dono prezioso da difendere, combattendo senza clamori, reinventandosi nella convinzione profonda che ne valga la pena.”

Una scuola di vita insomma, ma soprattutto una storia d’amore. Non ci troveremo difronte ad un dozzinale romanzo rosa ?

I due ragazzi concepiscono l’amore in maniera molto diversa. Sara vive in una dimensione universale, è sensibile agli eventi storici e culturali che attraversano il mondo in quegli anni: Martin Luther King, la musica dei Beatles, il ripudio della guerra. L’incontro con Sara è per Amerigo davvero una grande occasione di vita. Sara è una ragazza libera come una farfalla, invece il ragazzo vorrebbe trattenerla per sempre. E’ un desiderio destinato ad infrangersi contro una dura realtà.
A questo proposito Andrea Ganugi scrive nella sua recensione alle “Sette Reti”:
“L’iniziazione alla vita di Amerigo è un viaggio prima di tutto dentro se stesso, una sorta di percorso dantesco verso la luce della conoscenza, dove ad accompagnarlo nei panni di Virgilio è il vecchio pescatore Ezio, che tutto conosce dei luoghi e che gli indica la via d’uscita dalla sofferenza per l’impossibilità di mantenere un rapporto d’amore con Sara,( una figura che rimanda a modelli raffinati della letteratura del secondo dopoguerra, viene in mente la Micòl de Il giardino dei Finzi-Contini) la donna  incaricata dal destino di portarlo a nuova consapevolezza. Ma tutta la vicenda è intessuta di una sapienza ammirevole e commovente  dei luoghi, delle persone e degli strumenti del loro agire, soprattutto se si pensa alla dedizione che sempre ciascuno esercita quando ci si innamora veramente dell’altro da sé: questo vale per i luoghi come per le persone.”

Quindi il ruolo di Sara nel cammino e nell’evoluzione di Amerigo non è passivo, è lei ad attivare le grandi trasformazioni interiori di Amerigo?

Certamente. Ma Ezio, il vecchio saggio pescatore, rappresenta una guida irrinunciabile. Il ragazzo ha bisogno di un maestro che gli indichi la strada da scegliere in piena libertà. I tre percorrono le sponde e le acque del lago,  entrano in sintonia con gli elementi naturali, danno un nome alle piante e agli animali; Ezio descrive gli attrezzi e la cultura materiale dei pescatori. Poi invita i ragazzi a dimenticare tutto e a percepire l’incanto del silenzio e della campana della leggenda.
Li invita ad entrare in sintonia con il respiro del lago, della terra che lo circonda, del cielo che lo avvolge di notte con il suo mantello di stelle.
Nel contempo senza rivelare a nessuno i suoi propositi percorre le sponde e le acque del lago alla ricerca di punti e cause di inquinamento.

E qui si innesta la storia di un intrigante leggenda …

Nel libro si racconta della storia della campana di bronzo sprofondata per ben due volte sul fondo del lago a causa dell’ingratitudine degli abitanti del villaggio.
Solo in pochi riescono ad udirne i rintocchi … tra questi Ezio.

C’è anche qualche aspetto biografico in questo racconto, qualcosa del suo autore ?

Certo.  Per esempio l’omaggio a  mia nonna Vincenzina mi ha spinto a riflettere sul valore della Gratitudine che a lei era connaturata. In qualche modo questa riflessione si è allargata a tutto il libro, fino a diventare per Amerigo strumento per recidere  la rete più ostinata e più vicina al suo cuore.
Inoltre l’esperienza della contemplazione e la conoscenza della natura e del lago risponde al dialogo tra i protagonisti come possibile soluzione al conflitto esistenziale e amoroso.

Quindi accanto alle vicissitudini umane, alle relazioni sociali e sentimentali, il romanzo narra anche qualcos’altro, entra anche nella dimensione umana e spirituale dei protagonisti.

Direi che questo aspetto diventa sempre più importante a mano a mano che ci si addentra nella lettura del romanzo, ma non è solo questo: nel libro si parla di felicità e di ricerca della felicità, di consapevolezza ecologica, si parla di solitudine; Sia Ezio che Vincenzina sono soli, ma non in solitudine.
Per Ezio lago pesca natura sono un ponte verso Dio; per Vincenzina accedere a Dio significa pregare ringraziare lavorare i campi.
Le figure più importanti della  vita di Amerigo gli comunicano il senso della gratitudine quotidiana.
La figura di Vincenzina si staglia con vigore e nitidezza.
L’insegnamento di Vincenzina è un insegnamento muto silenzioso profondo efficace. E’ la sua vita che parla attraverso l’amore per il nipote e la gratitudine verso Dio.
La vita di Vincenzina è preghiera così come quella di Ezio è saggezza.
Le solitudini di Ezio e di Vincenzina sono contenitori di saggezza, di pienezza.
La solitudine di Amerigo è dolorosa.
L’amore di Amerigo per Sara  non è simmetrico.
E’ qui lo scarto. Sara lo ha compreso, cerca di contenere il dolore del ragazzo. Ma questo dolore è il motore della sua crescita, perché lo mette in contatto con la sua parte esistenziale più profonda. Perché si schiuda il bozzolo Amerigo deve attraversare il dolore, tutto il dolore di un amore che non può completamente realizzarsi, per giungere infine alla consapevolezza che  non è l’amore che riceviamo che ci guarisce, ma l’amore che diamo.
La guida di Ezio è fondamentale per Amerigo, rassicurante presenza nella sua travagliata storia interiore, che gli indica come direzione da percorrere, la via delle Sette Reti.

Video BIZZOZEROTV: La presentazione de "Le sette reti" in occasione dello "Scambio di auguri" del Circolobizzozero

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