Foto VareseNews: L'ing. Michele Graglia, nuovo Presidente del Molina
Michele Graglia, già vicepresidente facente funzioni, nuovo presidente di Fondazione Molina.
Dallo scorso 10 marzo il Molina ha un nuovo presidente nella persona dell’ingegner Michele Graglia, già consigliere e vicepresidente della Fondazione dal 2023, e nelle ultime settimane – a seguito delle dimissioni per ragioni di famiglia del dottor Carlo Maria Castelletti – anche “facente funzione”, oltre che presidente di “Varese con te”, con cui il Molina ha stretti rapporti.
Ad annunciarlo il sindaco di Varese Davide Galimberti (il Comune di Varese per statuto nomina 4 dei 5 consiglieri della Fondazione, ed indica il presidente), ed il prevesto di Varese monsignor Gabriele Gioia (il Decanato di Varese per statuto nomina il quinto componente del CdA della Fondazione).
Alla presentazione anche il presidente uscente, Carlo Maria Castelletti, che ha voluto rivolgere un saluto a tutte le persone con cui ha collaborato in questi 3 anni, e il suo predecessore Guido Bonoldi, che ha osservato come «La grande differenza dell’era Galimberti è che ora i presidenti non sono politici nominati da politici, ma persone con competenze specifiche, e questo è particolarmente importante».
Nel suo primo intervento da presidente, Michele Graglia ha indicato i suoi primi obiettivi: «Sono nel consiglio già da un anno, e non ho intenzione di fare rivoluzioni: le scope nuove che portano via tutto raramente hanno ragione. Certo, ognuno ha il proprio metodo e io, da ingegnere, ho un approccio diverso rispetto a quello di un medico. Per questo, la vicinanza di una persona esperta e di valore come Carlo Nicora (nuovo direttore generale del Molina ndr) mi tranquillizza».
Graglia ha poi fatto riferimento al passato turbolento della Fondazione, affermando: «Sono passati tanti anni dalle difficoltà e forse è rimasta un po’ di disaffezione nella città. Faremo di tutto per riportare il Molina ad essere percepito come un affetto, perché ha dato tanto e tanto ha ricevuto da Varese».
Il mandato di Graglia terminerà nel 2028, mentre il prossimo passo dopo la nomina del presidente sarà la nomina di un nuovo membro del consiglio che sostituisca il presidente uscente, Consiglio che dunque attualmente è così composto: Michele Graglia (Presidente), Elisabetta Brusa, Silvia Nanni, Emanuela Sartini, Valerio Zanolla (Consiglieri), Carlo Nicora (Direttore Generale).
Ad accogliere virtualmente il nuovo presidente anche il cappellano della Fondazione, che tramite VareseNews ha indirizzato a Graglia una lettera pubblica di benvenuto e di augurio, non senza qualche suggerimento:
Anzitutto buon lavoro al nuovo Presidente e al nuovo Direttore Generale. Il Molina ha una lunga storia di solidarietà nata dalla comunità cristiana e dalla società civile (vedi cenni storici in Famiglia Bosina 1977). Quando una persona anziana deve lasciare la sua abitazione, lo fa a malincuore e spera di trovare un ambiente accogliente, familiare. Ecco perché al Molina si parla non di reparti ma di nuclei famiglia. Mi permetto allora di richiamare alcuni suggerimenti che nascono da una sapienza antica: “VEDERE, GIUDICARE, AGIRE” VEDERE: il primo passo indispensabile per arrivare ad una decisione è la conoscenza di persona della realtà, dei problemi. Non affidatevi alla conoscenza del sentito dire, ma a quella diretta della vita di nucleo. GIUDICARE: a questo punto si può giudicare se l’assistenza alla persona viene effettuata secondo criteri di etica, rispetto, uguaglianza e umanizzazione, cortesia, servizio, amore. AGIRE: dopo questo percorso di conoscenza si può esprimere un giudizio circa il personale di servizio e sull’intero nucleo. Passando tra i vari nuclei capita di ascoltare delle lamentele da parte del personale: “che ne sanno di noi quelli del quinto piano?” E’ un invito a non fermarsi alle sole carte e documenti, ma a conoscere direttamente le persone e i nuclei. Un altro interrogativo circola tra il personale: “il nostro stipendio di ausiliari (ASA e OSS) è conosciuto, perché gli altri stipendi non sono resi noti? In fondo siamo tutti dipendenti della stessa famiglia”. Lo scorso anno avevo formulato una semplice proposta: il premio di produzione annuale perché non può essere suddiviso tra gli stipendi più bassi? Le motivazioni sono note: aumento del costo della vita, affitti…..non è stato preso in considerazione. Eppure sarebbe un riconoscimento non solo concreto ma soprattutto morale ed un incoraggiamento per un lavoro prezioso e diventato con il tempo più faticoso. Sarebbe anche un messaggio forte e chiaro alla società a ripensare formulazioni o contratti superati, in nome della dignità e della uguaglianza di ogni persona. Esprimo il mio augurio più sincero di buon lavoro nella speranza che questo CdA sappia conoscere bene la realtà del Molina e con coraggio individuare le scelte più opportune nello spirito della storia di questa bella opera umanitaria. Con stima Don Ernesto Mandelli cappellano
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Si ringrazia VareseNews per l'autorizzazione alla pubblicazione della lettera di don Ernesto e all'uso della foto di corredo all'articolo.
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