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Don Alberto con il decreto del Presidente Mattarella

Lunedì scorso la cerimonia pubblica di consegna della nomina-investitura.


L'Ordine al Merito della Repubblica Italiana è "è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a "ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari." (dal sito Internet del Quirinale); ebbene tale prestigioso riconoscimento è stato tributato a don Alberto Lolli, sacerdote bizzozerese oggi di stanza a Pavia, dove ricopre il ruolo di rettore dell'Almo Collegio Borromeo, una delle più illustri istituzioni culturali di Pavia, ma anche di Direttore dell’ufficio di Pastorale universitaria e della Cultura della Diocesi di Pavia.

Don Alberto ha ricevuto il decreto di nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dalle mani del prefetto di Pavia, lunedì sera, in una cerimonia pubblica.

Il sito della Diocesi di Milano - a cui don Alberto continua a far riferimento - ha sintetizzato così la motivazione dell'assegnazione: "Il conferimento della onorificenza è legato all’elevato senso civico e al costante impegno anche nell’ambito del sociale, all’elevato profilo umano, culturale e artistico del Rettore Lolli grazie al quale l’Almo Collegio Borromeo permane un centro fecondo e motore di una vivace attività culturale con la presenza di personalità scientifiche, musicisti e artisti di fama internazionale".

Significative anche le parole di don Alberto all'atto dell'investitura a Cavaliere: "Interpreto questo prestigioso riconoscimento, un titolo di servizio per continuare ad esercitare al meglio la mia responsabilità civile, e insieme come un riconoscimento dato ad uno per tanti, quelli con cui condivido progetti e speranze, quelli da cui mi sento sostenuto e stimato nonostante le mie povertà, quelli senza i quali non potrei fare ciò che faccio".

Per approfondire sul sito dell'Arcidiocesi di Milano

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