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La copertina di Terra Insubre n 101-102

Gli stemmi bizzozeresi in uno studio pubblicato da Terra Insubre.


Gli stemmi presenti a Bizzozero, sono stati fra i protagonisti di uno studio pubblicato dalla rivista culturale Terra Insubre, edita dall'omonima associazione.

Nella circostanza Roberto Stefanazzi Bossi, noto studioso di araldica lombarda e varesina in particolare, ha infatti pubblicato un studio-censimento dal titolo emblematico: "L'araldica della nobiltà varesina".

In tale contributo Stefanazzi Bossi ha svolto un censimento degli stemmi delle famiglie nobili varesine, le cui testimonianze siano ancora presenti in città.

Naturalmente uno studio di questo genere quando parla di Varese, in via prioritaria fa riferimento a quella che era Varese sino al 1927, prima cioè che per volontà fascista accorpasse diversi comuni limitrofi (Bizzozero, Bobbiate, Capolago, Induno Olona, Lissago, Masnago, Sant' Ambrogio Olona, Santa Maria del Monte e Velate), e alle nobili famiglie che vivevano, e difatto amministravano, la città.

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Foto Raffaele Coppola: Lo stemma dei Bizzozero, scolpito in piazza S. Evasio

Finito però di riferire delle testimonianze araldiche ancora presenti nell'antico borgo bosino e nelle sue castellanze (che ricordiamo essere Biumo Inferiore, Biumo Superiore, Casbeno, Bosto, Giubiano, cui solitamente si aggiuge Cartabbia), lo studioso si sposta su Bizzozero (unico fra i comuni accorpati a Varese ad avere una simile attenzione), per illustrarne il patrimonio araldico ancora oggi visibile pubblicamente.

Qui, rifacendosi in buona parte a quanto pubblicato su questo stesso sito, Stefanazzi Bossi, enumera ed illustra le quattro principali rappresentazioni dello stemma della famiglia Bizzozero oggi ancora visibili al pubblico (tre in piazza S. Evasio -sulla torretta, sotto il balconcino sulla facciata dell'edificio adiacente e sulla facciata della casa-torre all'angolo tra la piazza e via Carletto Ferrari, che oggi ospita anche il negozio Bubusettete - ed uno nel cortile del castello di Bizzozero), e quello della famiglia Trecati (anche se in questo caso commette un errore di identificazione) che orna il cancello d'ingresso dell'odierno oratorio parrocchiale.

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