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Foto Raffaele Coppola: Il prof. Talamona in occasione della presentazione di "Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori”

Cinquant'anni di studi per ricostruire la storia di Bizzozero: Renzo Talamona stupisce ancora.

 


 

La fortuna di avere fra i propri "compaesani" uno studioso del calibro del Cav Prof Renzo Talamona non sempre è evidente, eppure è molto concreta.

Sono infatti poche le località in Italia paragonabili a Bizzozero per passato e dimensioni attuali, che possano beneficiare di studi d'archivio sulla propria storia, sulle proprie origini, sulle proprie dinamiche evolutive, come il nostro rione; anzi, anche fra località di rilevanza maggiore, la percentuale di quelle che dispongano di ricerche così approfondite, è modesta.

Un privilegio il cui merito va al "nostro" ricercatore, che in cinquant'anni di studi e di indagini negli archivi, ha riportato alla luce documenti, dati, fatti, persone, accadimenti ormai dimenticati, che però ci permettono di comprendere decisamente meglio la Bizzozero presente, evidenziando anche tendenze che possono darci delle indicazioni circa il futuro del nostro rione.

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Foto Raffaele Coppola: Un momento della presentazione de "Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori”

Ora la sintesi di tutto questo lavoro, lungo decenni, e fondamentale per conoscere e comprendere Bizzozero, è stata raccolta in uno studio dal titolo "Saltri(o), località e cascinale, tra Bosto e Bizzozero", inserito in un poderoso volume scientifico presentato ieri, venerdì 18 giugno, ai Musei Civici di Varese, dal titolo "Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori” pubblicato con il contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (fondi del Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte) e dell’Università dell’Insubria (International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities), edito da "Vita e Pensiero" e curato da Alfredo Lucioni (Università Cattolica Sacro Cuore) e Gian Paolo G. Scharf (Università dell'Insubria).

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Foto Raffaele Coppola: Il volume "Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori”

Formalmente il lavoro di Talamona prende spunto da un atto notarile redatto a Varese lunedì 27 febbraio 1234. Partendo da questo documento che riguarda un'area collocata tra Bosto e Bizzozero (località Saltri), Talamona ricostruisce l'aspetto geografico (come si presentava visivamente), giuridico (proprietari e rapporti tra essi) ed amministrativo (appartenenza alla comunità di Bosto-Varese e/o di Bizzozero) di tutta quell'area che dalla linea oggi segnata dall'odierna chiesa di S. Stefano e via Talizia (località Talizia che rimase confine tra Varese e Bizzozero sino al 1927), scende a valle in località Stoppada, per poi risalire verso Bosto.

I nomi delle famiglie e delle località si intrecciano così vorticosamente, gettando luce anche sulla realtà sociale e politica della comunità di Bizzozero in quesi secoli, ma fornendo spunti per scoprire e conoscere anche la situazione precedente, ovvero l'origine della situazione riscontrata da Talamona nel 1200.

Un'origine che Talamona ritrova nell'epoca romana sovrappostasi all'epoca celtica, in una continuità abitativa e sociale giunta poi sino ai nostri giorni, di cui la struttura dell'attuale chiesa di S. Stefano rappresenta la testimonianza più viva e più significativa.

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Foto Raffaele Coppola: Il prof. Talamona in occasione della presentazione di "Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori”

A chiudere questo lavoro di portata eccezionale un doppio dilemma posto da Talamona, che riguarda Bizzozero ma che per estensione interessa anche Varese e parte dell'omonima provincia: la romanizzazione di Bizzozero (ma anche di Varese e del varesotto) giunse prima da Milano o prima da Como ? e analogamente, la cristanizzazione del nostro territorio, giunse prima da Milano o da Como ? Un dilemma forse inedito, che Talamona ha gettato sul tavolo di studio, e che forse potrebbe rappresentare il suo prossimo campo di indagine.

  

 

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La copertina del volume

"Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori” edito da "Vita e Pensiero" e curato da Alfredo Lucioni (Università Cattolica Sacro Cuore) e Gian Paolo G. Scharf (Università dell'Insubria) propone i seguenti contenuti:

Premessa di Gianmarco Gaspari p.7
Introduzione di Gian Paolo G. Scharf p.11
Introduzione di Alfredo Lucioni p.15

PARTE I
Studi

GIAN PAOLO G. SCHARF: Gli Archivi per una storia della “provincia” di Varese nel Duecento p.31
SERENA CONTINI: Il fondo pergamene della Biblioteca Civica di Varese p.97
PAOLO GRILLO: Il comune di Maccagno, il Liber iurium di Milano e un diploma ignoto di Federico I p.111
ALFREDO LUCIONI: Arcisate: la pieve di S. Vittore, la signoria territoriale del clero ordinario ambrosiano e le temporalità della mensa arcivescovile di Milano p.119
LILIANA MARTINELLI PERELLI: Minime considerazioni su alcuni documenti varesini del Duecento p.155
RENZO TALAMONA: Saltri(o), località e cascinale, tra Bosto e Bizzozero p. 171

PARTE II
Documenti

I documenti del Duecento varesino: trascrizioni e regesti, a cura di Gian Paolo G. Scharf p.235
TAVOLA RIASSUNTIVA: Gli atti duecenteschi del territorio varesino p.511
Bibliografia 519
Indici degli studi a cura di Alfredo Lucioni p.547
Indici dei documenti a cura di Giovanna Bonetti e Gian Paolo G. Scharf p.567

Pubblicato con il contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (fondi del Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte) e dell’Università dell’Insubria (International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities).

Il volume non è in commercio, ma è acquistabile per 40,00€ rivolgendosi direttamente all'editore o ad uno degli autori dei diversi contributi.

 

  

 

  

 

Ci piace sottolineare in questa sede come la sala che ha ospitato l'evento, sia stata velocemente riempita dal pubblico, e che la maggioranza "relativa" degli intervenuti fosse di bizzozeresi, o comunque di persone interessate al lavoro di Talamona.

Un attestato di stima e di affetto per un uomo (proclamato "Bizzozerese dell'anno nel 2012) che con modalità magari non popolari, ma di grande ed irripetibile valore, tanto ha fatto e continua a fare per la sua comunità.

Raffaele Coppola

  

  

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