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Siamo all'ultimo giro di boa, 12 mesi e forse meno, prima delle prossime elezioni comunali varesine. Trascorso il picco dell'emergenza sanitaria - ma non ancora quello dell'emergenza economica e sociale ad essa conseguente - e in attesa delle mosse e contromosse degli schieramenti politici e dei candidati alla carica di sindaco, alcune analisi e previsioni possono essere fatte, a partire dalla certezza, difficilmente confutabile, dei numeri. Quali saranno i protagonisti della prossima tornata elettorale? I partiti, le liste civiche e i movimenti, oppure sarà un pareggio? Sono interrogativi che tutti i protagonisti della vita politica cittadina si stanno ponendo in questo momento e dalla cui risposta dipenderanno strategie ed allenze elettorali. La serie storica é molto indicativa. Nelle comunali del 2006, i voti alle civiche furono circa il 6%, mentre alla somma dei partiti "tradizionali" andò il 94% del totale dei voti espressi. Nelle successive elezioni del 2011, il voto civico crebbe sino ad arrivare al 20%, cioé più che triplicando, con la lista Varese&Luisa e la lista di Movimento Libero ad ottenere le percentuali più elevate. Il voto ai partiti nel 2011 rimase tuttavia ancora molto alto, sfiorando l' 80% del totale dei voti espressi, con il PD intorno al 19%, mentre Forza Italia toccò il 24%, cosí come la Lega. Cinque anni dopo, nelle elezioni del 2016, ancora una formidabile crescita del voto civico: nel campo del centrosinistra Varese 2.0, lista Galimberti e Progetto Concittadino arrivarono a sommare circa il 16%, mentre nel campo del centrodestra lista Orrigoni ed altre liste minori raggiunsero il 15%, con la lista della Lega Civica al 7,5% e la lista Badoglio all'1,5%. Il voto ai partiti scese al 60%, con un PD in forte crescita sino a superare il 24%, mentre la Lega si attestava al 17% e Forza Italia all'11%. Una tendenza, quindi, che mostra una progressiva crescita, elezione dopo elezione, del numero e della percentuale dei varesini che si rivolgono alle liste civiche ed ai movimenti nelle loro preferenze elettorali. A questo quadro occorre aggiungere un paio di riflessioni. La prima riguarda la grande percentuale degli elettori che, su scala nazionale, sono ancora indecisi su chi votare alle prossime elezioni: più del 40% secondo i recenti sondaggi. La seconda concerne l'estrema volatilità attuale del voto, in una situazione generale dove la scelta elettorale "di appartenenza" é sempre più rara. Cresce, soprattutto a livello locale (ma anche a livello nazionale, si pensi alle indagini sul gradimento di una eventuale lista del premier Conte), la scelta "di fiducia" verso i candidati che si conoscono personalmente o che comunque sono riconoscibili in progetti ed azioni concrete fatte a beneficio della collettività o della città. Persone che, magari anche facendo politica in un partito, conservano comunque nella loro vita di tutti i giorni e nelle loro azioni concrete, un profilo "civico". Dati e considerazioni espressi fino ad ora non possono che portare, a mio avviso, ad una conclusione: nel 2021 quello che dei due principali schieramenti, tra centrosinistra e centrodestra, si attrezzerà meglio per mostrarsi più in sintonia con il civismo, sarà quello che avrà più chances per la vittoria elettorale.
Luca Paris Consigliere comunale Varese
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