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Foto Raffaele Coppola: Scorcio della Fondazione Molina

Una decina i casi sospetti, assunto nuovo personale, e quello dei piani "contagiati" dorme in struttura.


Il presidente della Fondazione Molina, il dottor Guido Bonoldi, ha rilasciato una lunga intervista a VareseNews in cui ha cercato di fare il punto in merito alla situazione contagi nella struttura di viale Borri, ma anche di illustrare gli ultimi provvedimenti presi per affrontare il problema.

Circa la situazione del contagio Bonoldi ha confermato che sono 5 i casi accertati di infezione in ospiti della struttura, aggiungendo però che vi sono anche "una decina di casi sospetti tra i residenti; non possiamo inoltre escludere che la polmonite da covid 19 abbia rappresentato la causa o la concausa di alcuni dei decessi che si sono registrati nell’ultima settimana".

Altro dato molto importante per inquadrare la situazione è che "i casi hanno interessato fino ad ora uno solo dei nostri quattro padiglioni" e parrebbe di capire - ma questo non lo dice esplicitamente Bonoldi - che i problemi sembrerebbero concentrati su un unico piano.

Sotto il profilo degli interventi aggiuntivi per la lotta ed il contenimento del Coronavirus, il presidente della fondazione indica tre distinti piani d'intervento:

1) "Garantire il miglior trattamento possibile agli ospiti sintomatici, abbiamo ad esempio introdotto, d’intesa con il nostro consulente infettivologo, la terapia con idrossiclorochina"; 

2) "isolare i casi sospetti"; 

3) "elevare il livello di protezione per gli operatori dei nuclei coinvolti dalla infezione: oltre all’utilizzo di mascherine e guanti, anche quello di camici monouso ed occhiali di protezione". Sul tema Bonoldi ha inoltre precisato: "attualmente il problema mascherine è risolto: è arrivata, grazie all’interessamento del Sindaco, una fornitura di 7.000 mascherine chirurgiche".

Da un punto più strettamente operativo il limite per tutti, e dunque anche per il Molina, maggiore è rappresentato dalle direttive in essere circa le circostanze in cui è possibile effettuare i tamponi, destinati solo ai ricoverati negli ospedali che presentino un quadro sintomatico già importante, dunque non è possibile effettuare i tamponi a chi è stato a contatto con un contagiato conclamato, e neppure a chi, pur presentando sintomi compatibili con il Covid19, non sta così male da essere ricoverato. "Abbiamo quindi deciso - fa sapere Bonoldi - di effettuare in alternativa al tampone ed appoggiandoci ad un laboratorio privato esami ematici per determinare la presenza di anticorpi anti-coronavirus su una parte dei nostri dipendenti, tali esami sono in corso". Inoltre, anche per ridurre l'esposizione al rischio di contagio che si corre quando si accede agli ospedali, Bonoldi ha proposto alla struttura ospedaliera cittadina di effettuare presso il Molina stesso i tamponi che si dovessero rendere necessari, trasferendo poi al Circolo non il paziente ma il tampone raccolto; in questi giorni tale proposta sarà valutata per verificarne la fattibilità.

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Guido Bonoldi, Presidente Fondazione Molina

Vi sono poi una serie di provvedimenti adottati dalla casa di cura di viale Borri, di carattere interno, e per questo non comunicati in precedenza come il blocco della "rotazione del personale nelle varie case, assegnando ad uno stesso nucleo sempre lo stesso team di medici infermieri e personale ASA". Inoltre, per far fronte alle numerose assenze, la Fondazione ha assunto nuovo personale infermieristico e di supporto.

Da più parti si era richiesto inoltre di sapere che provvedimenti erano stati adottati per il personale venuto a contatto che i contagiati conclamati, e in questa occasione Bonoldi svela che "pur in assenza di sintomi e su base volontaria tutti gli operatori del piano in cui si sono registrati i casi Covid pernottano in Fondazione; sono stati allestiti all’interno del entro Diurno Integrato ormai chiuso, numerosi posti letto, grazie al prezioso intervento della Protezione Civile di Varese".

Nel frattempo però continua la vita quotidiani degli ospiti della struttura, vita che risulta impoverita dei contatti affettivi visto che ormai ogni tipo di visita dall'esterno è vietata; ecco allora alcune iniziative volte a gestire come meglio possibile questa necessità tanto dolorosa, come la realizzazione di apposite schede per ciascun reparto, dove per ogni ospite, oltre alle annotazioni di carattere medico, vengono rilevate le piccole necessità materiali, che possono così essere recapitate alle famiglie d'appartenenza, con cui sono state intensificate e programmate le comunicazioni; inoltre "molte nostre responsabili di nucleo che ringraziamo - conclude Bonoldi -, ove le condizioni lo consentono e in genere 2 volte a settimana, tramite videochiamata mettono in contatto i residenti con le famiglie".

Per leggere l'articolo integrale: Il Presidente Bonoldi: “Al Molina un piccolo focolaio. Ma stiamo intervenendo”

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