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Foto Raffaele Coppola: Un momento della commemorazione

Si è rinnovato l'appuntamento con il ricordo del partigiano Carletto Ferrari.


Anche quest'anno si è rinnovato l'appuntamento con la commemorazione della figura di Carletto Ferrari, partigiano bizzozerese trucidato dai fascisti nel 1945 le cui spoglie sono oggi conservate presso il cimitero del rione, con qualche novità organizzativa.

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Foto Raffaele Coppola: Un momento della Santa Messa

La prima novità ha riguardato l'orario: con lo spostamento della S. Messa a S. Stefano dalle 10.00 alle 09.00, anche il programma della commemorazione ha dovuto essere rivisto; dunque ad aprire l'appuntamento non più la commemorazione seguita dalla Messa, ma la Messa seguita dalla commemorazione, con poi una proposta inedita, ovvero una visita commentata alla chiesa di S. Stefano.

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Foto Raffaele Coppola: Un momento della commemorazione presso la tomba di Carletto Ferrari

Ma il cuore dell'iniziativa come sempre resta la commemorazione del partigiano bizzozerese, che dopo gli interventi di rito delle autorità come sempre partecipi all'evento, vede la breve riflessione di qualche illustre commentatore, che quest'anno è stato individuato nel professor Antonio Orecchia, docente dell'Università degli Studi dell'Insubria.

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Foto Raffaele Coppola: Un momento dell'intervento del professor Orecchia (al centro con il microfono)

Orecchia in particolare, dopo aver brevemente ricordato la vicenda umana di Ferrari, ha sottolineato l'importanza di preservarne il ricordo quale monito per il futuro al fine di scongiurare il ripetersi di quel triste periodo storico, domandandosi provocatoriamente cosa sarebbe accaduto, come sarebbe oggi la nostra vita, se a vincere fosse stato il nazifascismo ed il pensiero da esso propugnato. A concludere il suo intervento poi l'invito alla pacificazione, dove però il ricordo di chi ha combattuto e di chi è morto non può essere "uniformato", perchè se è vero che tutti hanno combattuto e che tutti i morti sono morti, è anche vero che c'è stato chi ha combattuto e chi è morto dalla parte "giusta", e chi ha combattuto ed è morto, dalla parte "sbagliata".

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