Foto Mario Bianchi: La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 12 gennaio a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione sul Vangelo domenicale, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 10 gennaio 2020:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

Battesimo del Signore​
​​​Mt 3, 13 – 17

Il battesimo del Signore continua la manifestazione che il Signore che fa di se stesso, iniziata con i Magi, ai quai Gesù si manifesta come luce del mondo e come Salvatore di tutte le genti. Qui Gesù, mettendosi in fila per farsi battezzare al Giordano, si presenta come Dio che si nasconde in mezzo ai peccatori per portare a tutti la salvezza, solidale con ogni peccatore per portare a tutti il perdono. Questa vicinanza di Gesù è, effettivamente, una vicinanza scandalosa e sorprendente: che Dio si manifestasse in questo modo noi non ce lo saremmo aspettato e neanche Giovanni Battista se lo aspettava. Nemmeno la folla se lo aspettava, tant’è che si chiedeva se non fosse proprio Giovanni Battista il Messia e non Gesù, perché le parole di Giovanni erano forti ma non così inaspettate, come quelle di Gesù. Le parole di Giovanni sono parole di condanna del male, del peccato, di invito alla conversione; Gesù, invece, mostra la presenza di Dio come colui che si manifesta mettendosi in fila con tutti gli altri peccatori che vanno da Giovanni a chiedere il battesimo e questa modalità di manifestarsi da parte di Dio pone tanti interrogativi: “Ma sarà questo il Cristo? Forse è Giovanni …lo comprendiamo di più.” Giovanni, invece, risponde a tutti dicendo che lui non è il Cristo e che lui è venuto soltanto a preparare la strada. “Io vi battezzo con acqua – l’acqua purifica, certo – ma Egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco” Egli ha il potere di trasformare i vostri cuori e le vostre vite, di rendervi creature nuove. E’ Lui il Cristo, non sono io! E questo potere di trasformazione, di nuova creazione, è rappresentato bene dall’immagine della colomba che appare sopra l’acqua del Giordano e che evoca la colomba che volteggia sopra le acque del diluvio.
Cosa emerge da questa nuova creazione? Emerge la voce di Dio che viene dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato.” Da questa nuova creazione emerge una nuova figliolanza: questo è il dono di Dio nel battesimo! E’ il dono che ognuno di noi ha ricevuto nel battesimo, il dono della figliolanza! Nel battesimo Dio ci ha detto: Tu sei mio figlio! Certo non il Figlio Gesù, l’Unigenito, ma tu sei mio figlio perché in te vedo l’immagine del mio Figlio Gesù ed anche tu, unito a Lui, appartieni al numero dei miei figli.
Questo dono che noi riceviamo nel battesimo crea quella che Gesù stesso - di fronte all’obiezione di Giovanni, che gli dice: Ma perché ti fai battezzare da me mentre sono io che dovrei essere battezzato da te – chiama “una nuova giustizia.”
“Lascia fare” dice Gesù a Giovanni, perché così adempiamo ogni giustizia! Gesù ha fortemente voluto questo “lascia fare” ed è interessante questa espressione di Gesù che rappresenta l’invito a lasciare che Dio compia la sua opera. Questa espressione “lascia fare” ritorna spesso nel Vangelo. Mi vengono in mente alcuni passi, ad esempio quando i bambini fanno festa a Gesù e qualcuno li vuole zittire, perché danno fastidio al Maestro e Gesù, invece, dice “lascia fare” perché a chi è come loro appartiene al Regno di Dio, chi ha la fiducia, la speranza, la semplicità di un bambino, chi si affida a Dio come un bambino si affida a suo padre. Oppure quell’altro episodio in cui una donna unge i piedi di Gesù: “Lasciala fare” dice Gesù. “Tu, Simone, quando sono entrato non mi hai baciato i piedi. Questa donna, da quando sono entrato, non ha mai smesso di baciarmi i piedi, me li ha lavati con le sue lacrime e me li ha asciugati con i suoi capelli”. Lasciala fare, perché questa donna ha compreso il valore del perdono e perché esprime l’amore con una tenerezza che tu, Simone, ancora non conosci. “Lasciala fare!“ Oppure quando Gesù entra a Gerusalemme ed i fanciulli gridano: Osanna! Alcuni adulti dicono a Gesù di farli tacere perché queste sono espressioni blasfeme, espressioni riservate al Messia. Ma Gesù anche qui interviene dicendo: “Lascia fare, perché se tacessero costoro griderebbero le pietre!”
Lascia che Dio compia la sua opera nei piccoli, nei semplici, nel peccatore pentito, nella tenerezza di una donna, nella semplicità di un bambino, nella fede degli umili. Lascia fare! Non impedire l’opera di Dio! E’ molto bello questo “lascia fare” di Gesù che compie ogni giustizia e che rappresenta la salvezza che Dio compie, però, a modo suo e non a modo nostro. E’ una giustizia più alta della nostra! Dio che cosa riserva al peccatore? Il dono della figliolanza! La giustizia degli uomini, invece, si ferma magari alla colpa ed alla punizione di chi ha sbagliato: Serve anche questo, certo, ed anche la giustizia umana ha un suo valore, una sua importanza. Ma basta? No! Il Vangelo di oggi ci dice, infatti, che occorre una giustizia più alta. Non basta solo la punizione del colpevole: Occorre la salvezza del peccatore! Il dono di questa figliolanza Gesù lo offre all’uomo peccatore. Il Padre dice: Ti dono di essere mio figlio! Vivi da figlio di Dio! Questo Dio fa per il peccatore. C’è una bellissima espressione nel film “dead men walking” nella scena in cui la suora accompagna il condannato verso l’esecuzione capitale e lei dice all’uomo: Ricordati che tu sei figlio di Dio! L’uomo la guarda con sorpresa e le dice: Guarda, sorella, che molti nella vita mi hanno chiamato figlio, ma figlio in un altro modo..figlio di…ma figlio di Dio non me lo aveva mai detto nessuno! Questo finale dice tutto! Tu sei figlio di Dio: E’ tutto quello di cui hai bisogno per ritrovare la tua dignità, per assumerti la responsabilità delle tue colpe, per riconoscere con umiltà il tuo peccato e per ritrovare una dignità nuova di figlio, amato e perdonato, nuova creatura. Ecco, se noi custodiamo questo significato del battesimo, noi cristiani abbiamo la possibilità di dare a questo mondo una speranza, di dare a tutti una speranza. La festa del Battesimo di Gesù, allora, ci faccia riscoprire il dono del nostro battesimo. Noi siamo stati battezzati tutti da piccoli, da infanti per cui, molto probabilmente non ricordiamo neppure il giorno in cui è avvenuto. Oggi c’è qualcuno che non battezza i bambini piccoli, perché dice che dovranno essere loro a decidere se farlo quando saranno grandi. E’ vero che la fede deve essere comunque sempre oggetto di una scelta consapevole e libera della persona e mai imposta però è vero anche che il battesimo dato ai bambini piccoli ci aiuta a comprendere meglio il primato del dono: Tu, cioè, sei chiamato, nella tua libertà, a far tuo e a vivere un dono che già hai ricevuto. Questa è la logica di Dio e per questo la chiesa non rinuncia a proporre il battesimo dei bambini perché questo ci aiuta a comprendere meglio che prima di tutto c’è il dono che Dio ci fa di essere suoi. Oppure c’è anche chi oggi chiede quello che impropriamente si chiama “lo sbattezzo” cioè quell’atto attraverso il quale chiede che sia annotato sul registro del battesimo che egli, formalmente, rinuncia all’appartenenza alla fede cristiana. Sono pochi, in verità, ma c’è anche questo fenomeno che, però, anche se in modo negativo, ci testimonia la consapevolezza dell’importanza del battesimo anche da parte di coloro che al battesimo non credono.
Il battesimo rimane la porta dei Sacramenti: Tutto inizia da qui! Il battesimo di Gesù oggi ci stimola anche a recuperare il nostro battesimo, il dono che nel battesimo abbiamo ricevuto, che è un dono non solo per noi ma è una grazia per tutti, un dono per il mondo! Non perdiamo mai questa dimensione di testimonianza e di missionarietà che è insita nel battesimo. Il dono del battesimo è per me, mi rende figlio, ma questo dono non posso trattenerlo soltanto per me: E’ per il mondo! Non consideriamo mai questo dono una nostra proprietà esclusiva, perché i doni di Dio sono alla persona ma i benefici di questo dono sono per tutti!

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

 

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