Foto Mario Bianchi: La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 15 settembre a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione sul Vangelo domenicale, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 13 settembre 2019:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

III Domenica dopo il martirio di S. Giovanni
Gv 5, 25-36

In queste domeniche dopo il martirio di san Giovanni la sua figura rimane sempre presente. Oggi, in particolare, nella sua funzione di testimone. Gesù evoca Giovanni come uno dei suoi testimoni, anche se non l’unico. A lui Gesù dà un particolare rilievo e lo descrive come una lampada, una luce, però rimprovera coloro che a questa luce hanno voluto rallegrarsi solo per poco, senza perseverare. Gesù sembra dire, quindi, che la prima qualità che viene richiesta è la perseveranza. La testimonianza, infatti, richiede una capacità di ascolto non superficiale, occasionale, ma richiede di rallegrarsi a questa luce e di rimanere sotto questa luce. Come dice l'evangelista Giovanni con un verbo a lui caro, “rimanere”, che è il verbo della perseveranza e della fedeltà. Possiamo dire che questa qualità rientra, poi, in quella che è la seconda testimonianza che Gesù richiama: il fatto che le opere che Gesù compie sono le stesse opere che compie il Padre “io ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni.” Alla fine, Giovanni, pur essendo un testimone, è soltanto un uomo, mentre la seconda testimonianza che Gesù evoca viene direttamente dal Padre “voi osservate le mie opere e potete riconoscere in esse le stesse opere che il Padre compie.” E quali sono queste opere? Possiamo ricordare alcune di queste opere che sono caratteristiche del Padre: La prima: Dio è Padre e vuole solo la salvezza degli uomini, vuole che gli uomini si salvino e non siano perduti– Gesù infatti è venuto per salvare e non per condannare. Che cosa vuole ancora Dio? Amare con amore fedele: la perseveranza, la fedeltà nell’amore! Gesù che cosa ha fatto? Ci ha amato con amore fedele, ci ha amato anche di fronte all’incomprensione, al rifiuto, al rinnegamento, al tradimento, alla condanna a morte: ci ha amato "fino alla fine!" Questa volontà di amare fino in fondo, di amare sempre, di perseverare nell’amore nonostante questo stesso amore fosse rifiutato anche dai suoi discepoli, che lo hanno lasciato solo, ha sempre animato Gesù, che è andato fino in fondo nel proposito di donare la sua vita per amore dell’uomo. In questa volontà determinata di Gesù, di andare fino alla fine, noi vediamo un riflesso dell’opera stessa di Dio Padre che ci ama sempre, costi quel che costi! Ma che cosa vediamo ancora? Che il Padre dà la vita, non la morte. Dio, il Padre di Gesù Cristo, è il Dio della vita e agli uomini Dio non sa dare altro che questo: la vita! Non è possibile ricondurre a Dio una volontà di morte nei confronti dell’uomo, non è compatibile con il Dio di Gesù Cristo. Dio come causa della morte dell’uomo è incompatibile con il Dio Padre di Gesù Cristo! Le opere che Gesù compie, allora, sono opere che danno vita; per questo Gesù guarisce, risuscita, perdona. Ciò che Gesù fa per le donne e gli uomini che incontra nel suo cammino è sempre e solo l’espressione di questa sua volontà di dare la vita, che Lui ha in sé stesso perché il Padre gliel’ha donata per donarla agli uomini.
Gesù evoca come testimonianza più significativa il fatto che Egli compie le stesse opere di Dio, a dimostrazione del fatto che egli è il Figlio del Padre, perché compie le stesse opere del Padre. Allora da che cosa si capisce che noi siamo figli nel Figlio, che anche noi siamo resi figli in quanto, unendoci al Figlio, diventiamo a nostra volta figli? Lo si vede dal fatto che anche noi manifestiamo, nelle nostre opere, qualcosa che richiama le opere che Dio Padre compie, che Gesù ha compiuto e che anche noi compiamo. Allora questo amore perseverante e fedele, questo dare la vita agli uomini, sempre, questo custodire, promuovere, difendere la vita, sempre, rappresentano le opere che testimoniano il nostro essere figli di Dio nella comunione con il suo Figlio Gesù. Quindi noi possiamo essere testimoni, raccogliendo il testimone e diventando, a nostra volta, testimoni!
In che cosa noi possiamo rendere visibile questo amore oggi? Penso che possiamo renderlo visibile nel fatto che diventiamo testimoni di una fratellanza fra gli uomini che abbatte ogni barriera culturale, sociale, etnica, religiosa. È di oggi la notizia di una ragazza pugliese cui è stata negata la possibilità di una casa in affitto perché meridionale: purtroppo uno dei tanti segni di razzismo! Oggi testimoniare l’amore del Padre, le opere d’amore che il Padre compie, vuol dire questo: ripudiare ogni forma di razzismo, ogni forma di negazione di fraternità che unisce l’umanità e che è anche negazione del Padre, negazione dell’amore di Dio che non discrimina i suoi figli, non distingue figli di serie A e figli di serie B.
Possiamo anche domandarci: testimoniare amore per la vita dell’uomo che cosa ci chiede oggi? Ci chiede di rifiutare il tema del suicidio assistito, di cui si parla in questi giorni, come possibilità di dare la morte a richiesta, nascondendosi dietro l’affermazione della libertà dell’individuo.
Il tema della vita dell’uomo diventa importante e ci si chiede: quando una vita è vita davvero, cioè che cos’è che dà valore alla vita dell’uomo? Quando la vita è vita? Su questo punto, quindi, qual è la testimonianza che siamo chiamati a dare oggi? La testimonianza che ogni vita, soprattutto quella malata, quella terminale, quella fragile ha bisogno di non essere lasciata sola; la testimonianza di una presenza, di una vicinanza; la capacità di dare speranza, di dare senso, di dare risposta ad una domanda profonda, a volte drammatica, di senso! Questa testimonianza oggi ci è richiesta, per non proseguire rapidamente verso l’illusione di vedere solo nella morte la soluzione alle domande più angosciose che riguardano la sofferenza di noi uomini.
Il Signore ci aiuti a comprendere e a percorrere la Sua strada, la strada dell'amore, la strada della vita, nella storia e nella vita degli uomini di oggi.

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

 

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