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Foto Marino Sanvito: La chiesa di S. Stefano a Bizzozero

Il gruppo Facebook FAI Giovani dedica il post di oggi al monumento bizzozerese.


Il Fondo Ambiente Italiano (più comunemente noto con l'acronimo FAI) nella sua articolazione giovanile di Varese, gestisce anche un gruppo Facebook in cui con frequenza vengono presentati i gioielli del nostro territorio; ebbene oggi, mercoledì 28 agosto, il post è stato dedicato alla chiesa di S. Stefano di Bizzozero.

Riportiamo di seguito il testo del contributo curato da Marco Colnago e - su Facebook - corredato dalle foto di Daniele Rocchi, in modo da renderlo accessibile anche a chi non usa Facebook:

 

#FAImentelocale vi porta oggi alla scoperta di un piccolo gioiello: la Chiesa di S. Stefano a Bizzozero.

La data della sua fondazione esatta non è nota. Recenti lavori di restauro hanno rinvenuto fondamenta databili intorno al VII secolo, mentre intorno al IX secolo è stato eretto il campanile, all'interno del quale troviamo la campana realizzata nel 1741.

La conformazione attuale della chiesa risale al 1347 quando l’allora Arcivescovo di Milano Giovanni Visconti concesse l’edificazione di una cappellania. L’edificio perse di importanza a seguito della visita di Carlo Borromeo, che trasferì le celebrazioni nella chiesa di S. Evasio. Dopo molti anni di abbandono venne infine restaurata nei primi anni ’70 a opera di Bruno Ravasi e così riaperta al pubblico, seppur con forti limitazioni di orario.

L’edificio, dai chiari caratteri romanici, è costituito da un volume principale con copertura a capanna, dal quale emergono l’abside curvo e la torre campanaria. Le pareti esterne sono state lasciate nude, permettendo così la vista dei materiali poveri utilizzati per la costruzione, come ciottoli di fiume, pietre angolari romane e frammenti di lapidi. L’ambiente interno rispecchia la severità esterna tipica delle architetture romaniche: un’aula unica dalle pareti spoglie, culminante con un’abside emiciclico affrescato. La presenza di un ciborio aggiunto nel ‘400, completamente affrescato, contribuisce a rendere ancora più particolare questa chiesa.

I cicli di affreschi sono stati realizzati dall'XI fino al XVI secolo, con una certa uniformità nella scelta del soggetto: sono infatti presenti Sant’Ambrogio, Santo Stefano, la Madonna e i Padri della Chiesa. Tra di essi spiccano gli affreschi del ciborio dipinti, opera di Galdino da Varese (1498), nei quali compaiono diverse raffigurazioni della Madonna in trono, evidentemente per scopo votivo. Particolare la presenza di una “Madonna del latte”, tema molto raro nel nostro territorio e maggiormente diffuso negli ambienti nord europei e ortodossi. Gli affreschi absidali, datati al 1536, sono paragonabili a quelli presenti nella chiesa di S. Pietro a Gemonio.

Grazie a Marco Colnago per il post e Daniele Rocchi per le foto

Per approfondire: La chiesa di S. Stefano

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