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LA PAROLA IN MEZZO A NOI
Terza domenica dopo Pentecoste Mt 1, 20b-24b
l testi di questa domenica vanno dalla disobbedienza di Adamo ed Eva, che troviamo nella prima lettura, all'obbedienza che viene dalla fede di Giuseppe, che ci racconta il Vangelo di Matteo Si tratta allora di entrare dentro il significato di questa obbedienza di Giuseppe così pronta alla Parola del Signore, una obbedienza che porta alla Salvezza per lui e per tutta l'umanità perché l’ obbedienza di Giuseppe, unita a quella di Maria, ci donano il Salvatore Gesù. Dobbiamo metterci nei panni di Giuseppe, che mentre si trova in quel tempo che va fra la prima parte della celebrazione delle nozze, secondo il rito che si usava a quel tempo, e che quindi già impegnava un giovane e una giovane, che pure rimanevano ad abitare a casa loro ancora per circa un anno prima del momento in cui andavano a vivere insieme, riceve l'annuncio che Maria era incinta di un bambino che non era il suo. A questo punto, dice la Scrittura (un versetto che purtroppo la liturgia non riporta) Giuseppe che era un uomo giusto decise di licenziare in segreto Maria. La legge prevedeva che una donna risultata adultera dovesse essere allontanata. La giustizia di Giuseppe è qualcosa di più, è compiere la Volontà del Signore attraverso l'ascolto docile e fiducioso nella sua Parola. Giuseppe vede quindi in Maria il compiersi della profezia di Isaia, di una profezia di una giovane da cui sarebbe nato il Messia. Giuseppe comprende dalla Parola dell'angelo che il compito che Dio gli assegna non è quello di essere padre di questo bambino, perché questo bambino è figlio di Dio ed è concepito per opera dello Spirito Santo, ma di introdurlo nella dinastia del re Davide cosi che si compia la promessa di Dio fatta al re Davide per bocca del profeta Natan. Allora Giuseppe è colui che ha fiducia nella parola del Signore, la mette in pratica perché riconosce in questo l'avverarsi di una promessa di bene, salvezza e liberazione e misericordia… è la presenza di Dio in mezzo a noi. L'esperienza di Giuseppe è quella della fiducia che vince ogni diffidenza, lui non ha diffidenza nei confronti di Maria ma fiducia, non è diffidente nei confronti di Dio e dei suoi progetti, non ha paura della volontà di Dio perché la riconosce come una volontà di bene per l'uomo. C'è in questa obbedienza piena di Giuseppe allora un messaggio che è un Vangelo, una “buona notizia” anche per noi oggi. La tentazione che fu già di Adamo ed Eva è quella di diffidare di Dio come colui che non è sincero, che ci nasconde qualcosa, che non mantiene le promesse. È una tentazione che ci accompagna sempre. Vedere Dio come ostacolo alla nostra libertà e non come colui che la promuove , come uno che limita la nostra vita e non come colui che ce la dona in pienezza, che guarda con sospetto alla nostra gioia e non come colui che vuole la pienezza della nostra gioia, come colui che ci dà delle norme che rappresentano soltanto dei limiti non delle norme che sono a custodia dell'amore, della verità e della giustizia, dei fondamenti della nostra esistenza umana. Dio come colui che è un padrone che vuole imporre la sua volontà su di noi e non è un Padre che favorisce la crescita dei propri figli, Dio come colui che è distante e distratto e fuori e lontano dalla nostra esperienza quotidiana e non l’Emmanuele, il “Dio con noi”. L’ obbedienza di Giuseppe accoglie Dio che intreccia la sua storia con la nostra, che porta le nostre fatiche quotidiane, che ascolta e comprende le nostre domande più profonde. Anche noi in questa obbedienza sentiamo che possiamo fare esperienza dell’incontro con il Signore che guarisce le nostre paure, che scioglie i nostri dubbi e le nostre angosce, che dice una parola e poi la mantiene. Anche noi come Giuseppe, che nel sogno ascolta la Parola, possiamo fare nostro il sogno di Dio, di qualcosa di più grande, di più bello, di un futuro in cui c'è spazio ancora per la speranza e di cui Dio si fa garante, sognare una realtà migliore tenendo i piedi per terra perché Dio la rende possibile perché Lui abita in mezzo a noi. Sognare relazioni In cui ci sia ancora spazio per l'accoglienza, per la benevolenza, per la fiducia nella possibilità di camminare insieme, senza avere paura di chi è diverso. Allora potremo anche noi fare come Giuseppe l’esperienza di un affidamento al Signore che ci apre alla fiducia e all’accoglienza dell’Emmanuele, il “Dio con noi”.
Don Marco Casale Casa San Carlo – Bizzozero Trascrizione non rivista dall’autore
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