Foto Mario Bianchi: La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 9 giugno a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione sul Vangelo domenicale, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 7 giugno 2019:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

Domenica di Pentecoste
Gv 14, 15 – 20

Domenica di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua, che quell’anno, nel 30 dopo Cristo, era il 7 di aprile e quindi la Pentecoste cadeva il 26 di maggio dell’anno 30
In quella festa il popolo di Israele ricordava il dono della Torah, la legge. Gli apostoli si ritrovano con Maria e ricevono il dono della nuova legge, che è la legge dell’amore, lo Spirito di Dio in noi. E’ quindi l’inaugurazione della nuova alleanza con la sua nuova legge. Lo Spirito che viene donato non è uno spirito di una libertà senza più regole, senza più norme, tant’è vero che Gesù dice: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti.” Questi comandamenti, però, nascono dall’amore: questa è la novità! Non sono norme esterne ma rappresentano una legge interiore che nasce dal vivere l’amore, dal mettere in pratica l’amore, dal custodire l’amore. Questo è il fine della legge. Questo Spirito che viene donato il giorno di Pentecoste da Gesù viene chiamato “Paràclito” che è la traslitterazione del termine greco che significa”colui che si mette al tuo fianco prendendo la tua parte, difendendo le tue ragioni” una sorta di avvocato difensore, un consolatore, ma nel senso più pieno, non soltanto emotivo, nel senso che è un tuo alleato, nel senso di una presenza attiva accanto a te. Questo nuovo Paràclito – il primo naturalmente è Gesù – rimane per sempre mentre Gesù ci ha lasciato ma per rimanere con noi per sempre in questa nuova forma, quella del suo Spirito in noi. L’assistenza dello Spirito, che rimane per sempre nella chiesa, è fondamento della vita della chiesa stessa. Noi abbiamo l’ardire di proclamare la parola del Signore, di leggere la sua volontà nei segni dei tempi perché sentiamo vera la presenza di questo Spirito che in noi ci parla e ci rende presente Gesù, ci ripropone la sua parola, ci aiuta a comprenderla e ad interpretarla e a viverla nell’oggi della chiesa e del mondo. Senza l’assistenza dello Spirito Santo la chiesa non sarebbe autorizzata a fare ciò che fa e ad annunciare ciò che annuncia! E’ lo Spirito della verità che è Gesù – sapete che Gesù non aveva altra verità se non questa, “io sono la verità”, cioè la verità di me stesso come figlio mandato dal Padre e presente sempre attraverso il dono dello Spirito. La verità di Gesù, quindi, è una verità sulla sua persona e su Dio come Padre e su noi come figli suoi. E’ una verità su chi è l’uomo, nella sua natura più profonda. E’ una verità nella quale Gesù dimora e che testimonia e che non può mai essere posseduta ma solo “abitata”. La verità di questo Spirito, quindi, non può mai essere usata per contrapporsi ad altri perché è una verità sempre inclusiva. Ecco perché, allora, vi è questo uso distorto della verità quando uno ritiene di possederla, di avere la verità in tasca e la usa “contro”. Nella storia, questo, qualche volta lo hanno fatto i credenti stessi. La tentazione di usare la verità per i propri fini, che non sono propriamente quelli di Dio, è una tentazione ricorrente, per i credenti e non solo per loro. Il mondo non può ricevere questo Spirito perché non lo vede e non lo conosce; voi, invece, potete riceverlo non perché lo vedete ma perché lo conoscete, sapete chi è. Ciò che Gesù vuole è questo: “Ricevete lo Spirito Santo!” Non è solo un indicativo – state per ricevere lo Spirito santo – ma è anche un comandamento che Gesù ci lascia: Ricevetelo, accoglietelo, in quanto lo conoscete, ve ne ho parlato! Lasciatelo entrare nella vostra vita: è il mio dono per voi! Non è per voi un estraneo, perché vi parla di me, ed io vi ho parlato di Lui. Questo Paràclito non solo rimane presso di voi, ma rimane in voi; quindi è una inabitazione, un abitare dentro di noi: la vita del Signore, la vita di Dio, del Padre e del Figlio in me ed io vivo di Lui.
“Non vi lascerò orfani.” Essere senza Padre vuol dire essere senza radici e quindi essere senza futuro. Questo dono che Gesù ci fa - di avere un’origine, di avere un Padre che ci dona un Figlio, un Figlio che, vivendo in noi mediante il suo Spirito ci rende figli e quindi non più orfani - è tutto quanto ci è necessario: ci dona di essere figli e di avere un Padre. L’avere un padre è condizione per vivere, per esserci: noi non ci saremmo in questo mondo se non avessimo un padre biologico che ci ha generato. Noi non ci facciamo da noi stessi. Questo Padre ci genera in una figliolanza nel segno di una libertà: la libertà dei figli di Dio. Ci genera non per legarci a sé ma per offrirci la comunione nell’amore con lui. E non vi è amore senza libertà! Questo ci rende vivi: “Voi mi vedrete perché io vivo e voi vivrete.”
Cosa ci dona lo Spirito? Ci dona la vita, ci dona di vivere, ci dona una vita piena, ci dona un Padre, ci dona la vita del Figlio. Lo Spirito è colui che sazia la brama di vita che c’è in ciascuno di noi, la brama di vivere e di vivere in pienezza, e di vivere una vita fino in fondo, di vivere una vita umana. Ecco: lo Spirito risponde a questo e ci dona tutto questo. E’ lo Spirito che il mondo non conosce ma che il Signore ci ha fatto conoscere perché lo desiderassimo e perché lo ricevessimo, perché ne fossimo ricolmi e perché in Lui vivessimo.
Pentecoste allora è la genesi, l’inizio della Chiesa, la presenza del Signore nello Spirito, nella comunione della Chiesa, nella vita di coloro che questo Spirito lo conoscono e lo ricevono e ne vivono. La Pentecoste non è un evento unico, anche se qui trova il suo pieno compimento, in questo giorno però,in realtà, l’effusione dello Spirito Gesù stesso lo ha evocato più volte. In Giovanni troviamo: “Chi ha sete venga a me e beva: chi crede in me fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno.” Questo diceva parlando dello Spirito che ci sarebbe stato donato. Anche Giovanni battista lo aveva già compreso: “Io vi battezzo con acqua ma verrà chi vi battezzerà in Spirito santo e fuoco” – è l’immagine che poi troveremo negli Atti dove lo Spirito si manifesta come lingue di fuoco, che è l’amore. Ma anche nelle prime apparizioni del Risorto troviamo Gesù che “alitò su di loro:Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi” – il perdono come primo dono che lo Spirito santo porta con sé.
Vedete quindi quante volte Gesù evoca il dono dello Spirito. Non dobbiamo pensare a questa effusione dello Spirito come esclusiva: è una formulazione piena ma non esclusiva! Così anche la Pentecoste, cioè l’effusione dello Spirito santo, si rinnova oggi nella Chiesa e lo vogliamo invocare anche in questa Pentecoste: Donaci, Signore, lo Spirito che faccia nuove tutte le cose, ci rinnovi interiormente, faccia di noi figli tuoi. Su questo noi siamo chiamati a concentrarci per poter vivere nell’attualità di questo mondo ma senza inseguirne le mode o le parole d’ordine, come a volte noi cristiani siamo tentati di fare, cioè portare l’annuncio nel mondo un po’ scimmiottando le cose di questo mondo. La Pentecoste ci aiuta a comprendere qual è la differenza cristiana, qual è lo specifico del cristiano. Noi che cosa portiamo? Portiamo la presenza dello Spirito! Questo ci distingua: Lo Spirito con tutti i doni, di cui oggi abbiamo parlato e che rende visibile al mondo che noi siamo figli di Dio e che da figli di Dio noi viviamo; lo Spirito che porta in sé il perdono, che porta la verità che unisce, che raduna, che riconcilia e non che separa e contrappone. Vedete quanti doni porta in sé lo Spirito, doni che si rendono visibili nei nostri atteggiamenti, nelle nostre scelte, nel nostro stile dello stare nel mondo: rende visibile ciò che è invisibile. Lo Spirito si rende visibile nella vita, nella testimonianza.
Questo è l’essenziale e questo ha il potere di trasformare anche la realtà! Sia questo rinnovarsi del dono dello Spirito a fare nuovi anzitutto noi, per trasformare anche questo nostro mondo ad immagine di Gesù che questo Spirito ci dona.

Don Marco casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

 

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