Foto Mario Bianchi: La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 14 aprile a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione sul Vangelo domenicale, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 12 aprile 2019:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

Domenica delle Palme
Gv 11, 55 – 12, 11

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo. 1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.​

Siamo sei giorni prima della Pasqua e quindi proprio all’inizio della settimana Santa. La Pasqua cadeva proprio di sabato e “sei giorni prima della Pasqua” corrisponde proprio alla domenica; c’è, quindi, anche una precisione temporale e c’è questa donna, Maria, che aiuta Gesù ad entrare nella sua passione e lo aiuta mostrando di aver compreso, prima e più degli altri, chi Lui sia e cosa si prepari a fare. Sorprende, infatti, la solitudine di Gesù. Egli è circondato da un clima di ostilità, diffidenza ed incomprensione. I capi dei farisei, infatti, cioè i sacerdoti, lo cercavano per arrestarlo – avevano già messo una taglia su di lui – ma anche la folla che sta sullo sfondo e che poi entrerà prepotentemente al momento del suo processo non lo ha compreso. Pensiamo alla moltiplicazione dei pani – Gesù che si ritira sulla montagna perché lo cercavano per farlo re – dove troviamo la folla che non aveva compreso, infatti, il segno dei pani; pensiamo anche ai discepoli, che più volte vengono rimproverati da Gesù perché non comprendono - non comprendete ancora il segno dei pani, diceva Gesù – ed anche Pietro si era sentito rimproverare da Gesù quando lui preannunciava la sofferenza del Messia, la sua passione e la sua croce e Pietro diceva: “Questo non ti accadrà mai” e Gesù a Pietro: “Torna dietro a me, perché tu ragioni come satana!” Era una profonda incomprensione del suo cammino verso Gerusalemme, del dono della vita che Lui si disponeva a fare. Erano ancora fermi su un’immagine trionfale del Messia, un’immagine vittoriosa e non accettano un Messia crocifisso per amore, sofferente. Giuda Iscariota dà voce al nostro opportunismo, alla nostra propensione a monetizzare tutto: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?” Annota l’evangelista: “Disse questo non perché gli importasse dei poveri!” Quante volte si parla dei poveri, infatti, ma non perché realmente interessano i poveri!? Ci si riempie la bocca di parole apparentemente buone, di parole apparentemente ricche di amore, di solidarietà, di attenzione ai bisogni del prossimo ma quanto davvero ti importa? Giuda dà voce ad un sentire del nostro cuore con il quale dobbiamo fare i conti: Quanto davvero ci importa del benessere del fratello? Lasciala fare – dice Gesù – e prende le difese di Maria. Dentro questo quadro di incomprensione ed ostilità ecco che appare uno spiraglio di luce che si accende negli occhi e nel cuore di Gesù: Questa donna mi ha capito, lei ha capito, lei ha letto nel mio cuore, lei ha compreso il mio gesto di amore, lei ha compreso dove porta il mio cammino, lei ha anticipato la mia sepoltura ed ha fatto suo il dono di amore di Gesù e lo ha ripresentato nel suo gesto: il gesto gratuito del profumo sparso.
Il profumo ha una grande valenza simbolica perché il profumo produce il suo effetto perdendosi, spandendosi, come l’amore. Il profumo non puoi non sentirlo, non puoi non fiutarlo, non puoi non accorgertene, come l’amore. Il profumo copre tutti i nostri odori, tutti cattivi odori che noi emaniamo, come l’amore. Il profumo copre tutto come la coperta della misericordia. C’è questa grande potenza simbolica nel profumo che Maria sparge. “I poveri li avete sempre con voi ma non sempre avete me” come dire: Se non amate me, se non amate l’amore, se non comprendete l’amore, come potrete amare i poveri? Come potrete non fare dell’amore verso i poveri un’opportunità per amare voi stessi e per mettere al centro voi stessi? Dovete prima amare l’amore, dovete prima comprenderne le strade, come Maria. La strada dell’amore è il dono di sé, il perdersi per amore e dare tutto per amore e Gesù, vedendo Maria, così come di lì a poco vedrà il ladro sulla croce che lo riconosce - Lui non ha fatto niente, mentre noi siamo qui per le nostre colpe - cui fa eco Gesù - oggi stesso sarai con me in paradiso, perché tu mi hai conosciuto, tu hai riconosciuto il gesto dell’amore innocente che salva tutti: Per te è aperto il paradiso. Sono spazi di luce, questi, che aprono per Gesù la possibilità di proseguire fino in fondo nel suo gesto di amore. Anche Gesù ha avuto bisogno di sentire attorno a sé la presenza di queste figure luminose che gli fanno comprendere che il suo gesto d’amore non è inutile e non è incomprensibile per gli uomini, ma è un gesto di amore che gli uomini possono comprendere e, attraverso questo, imparare a vivere di questo stesso amore, perché questo è ciò che Gesù desiderava e perché questo è l’unico motivo per cui è venuto al mondo.
Gesù così vede come questo amore donato comincia a produrre i suoi frutti, i frutti da lui tanto desiderati e sperati.
Ecco la settimana santa: siamo chiamati anche noi a sedere a tavola, come quella sera, a questa tavola in cui si dice che c’era una festa ma dove, in realtà, questa cena ha più contenuti di altro tipo, di un altro genere di festa: la festa è come sospesa nell’attesa della resurrezione. Occorre prima prepararsi a seguire Gesù fin sotto la croce, a non lasciarlo solo, come quel giorno e a seguirlo fin lì, fino ad amare fino in fondo – avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò fino alla fine (Gv cap. 13) – fin lì, e a non lasciarlo solo. Gesù è abbandonato ma si è abbandonato al Padre: Non abbandoniamolo! Gesù è solo e incompreso: Non lasciamolo solo! Stiamo accanto a Lui, come Maria quel giorno, per arrivare fino alla croce, fino ai piedi della croce per morire e risorgere con Lui.

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

 

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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