La facciata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 18 novembre a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione sul Vangelo domenicale, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 16 novembre 2018:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

I Domenica di Avvento
Lc 21, 5 - 28

In questa prima domenica di Avvento siamo invitati a partire dalla fine, cioè da quando il Signore “ritornerà,” L’Avvento, infatti, è quel tempo in cui rieducarci all’attesa del Signore che “verrà”, all’attesa del Signore che “viene” e all’attesa del Signore che “è venuto.” Si parte infatti dalla fine, dal ritorno di Gesù negli ultimi tempi, per risalire fino alla sua venuta nel Natale, per comprendere la quale noi abbiamo bisogno di guardare a Gesù risorto glorioso che è salito al cielo ma che ritornerà come giudice nell’ultimo giorno. Questo ci aiuta a comprendere chi è quel Gesù bambino che attendiamo ancora nel Natale.
C’è una descrizione, in particolare nel Vangelo di oggi, del travaglio della storia sul quale, però, adesso non vorrei soffermarmi, perché è un travaglio pieno di angoscia, dovuto a cause naturali ma anche alla mano dell’uomo, che causa sofferenza al fratello. Dentro questo travaglio della storia io vorrei, invece, farvi notare i molti punti luminosi che ci sono. Davanti ad una pagina di Vangelo così uno potrebbe ricavarne un’impressione un po' angosciosa ma, se prestiamo più attenzione, noi ci accorgiamo che i punti luce sono molti. Voglio leggerveli! “Badate di non lasciarvi ingannare …” versetto 8; “prima devono avvenire queste cose ma non è subito la fine…” versetto 13, “avrete occasione di dare testimonianza…” versetto 13; “io vi darò parola e sapienza, così che i vostri avversari non potranno resistere né controbattere…” versetto 15; “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita…” versetto 19; “risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina…” versetto 28.
Come vedete ci sono molte parole che infondono speranza che, però, bisogna saper cogliere, perché sono come delle perle incastonate in questo travaglio della storia. La venuta del Signore è così, Gesù è così! Dentro questo travaglio della storia Lui mette il seme del regno! “Venga il tuo regno” noi preghiamo. Ecco: la presenza di Gesù che viene a visitarci accende delle luci nel buio della nostra storia!
Voglio ripercorre con voi queste luci.
“Badate di non lasciarvi ingannare” da chi? Da coloro che dicono. “Sono io!” da coloro che vengono nel suo nome, cioè da coloro che hanno la pretesa di conoscere Gesù e di insegnarci Lui chi è, cosa dice, cosa fa. Di questi falsi maestri è sempre piena la storia, di coloro che si fanno interpreti della corretta fede e che pretendono di spiegarci dov’è Dio e cosa fa. Di questi falsi profeti la storia è piena e Gesù ci dice: “Badate di non lasciarvi ingannare” da coloro che si illudono e a volte illudono gli altri per il loro interesse personale, di parte, o per tirare Dio dalla propria parte dicendo che loro conoscono Dio, che sanno che cosa pensa e che cosa fa. Non lasciatevi ingannare!
“Prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine.” Parlando della fine del mondo Gesù ci invita a non parlare continuamente del mondo come se stesse per finire. Questo, infatti, è un vezzo ricorrente, quello di parlare di questo mondo come se fossimo proprio alla fine…non funziona niente…andiamo sempre peggio… e via discorrendo. Gesù, invece, dice che questa non è la fine della storia ma è la storia: questo travaglio, queste difficoltà non rappresentano la fine di tutto ma rappresentano il modo con cui si presenta la storia.
“Avrete allora occasione di dare testimonianza!” Nel travaglio anche della storia di oggi noi cristiani abbiamo l’occasione di poter dare speranza dove non c’è speranza, di poter accendere una luce dove c’è il buio, altrimenti noi cristiani a cosa serviamo se ci accodiamo al coro?
“Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.” E’ la fiducia nelle parole che il Signore mette nelle nostre mani. Noi cerchiamo di portare, come argomenti, questo: la nostra fiducia che la parola che il Signore ci ha consegnato è una parola affidabile, che si realizza, perché il Signore è fedele alle sue promesse!
“Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita!” La perseveranza è frutto della speranza. La perseveranza rappresenta la virtù di colui che va avanti mentre gli altri si fermano; di colui che non perde di vista la meta quando gli altri l’hanno smarrita; di colui che non si scoraggia mentre gli altri vengono meno; di colui che usa un parlare positivo mentre gli altri usano un parlare sconsolato e rassegnato. La virtù della perseveranza è una virtù molto necessaria!
“Risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina!” Dopo tutte queste tribolazioni narrate da questa pagina di Vangelo che fa risuonare il travaglio della storia umana, qual è il risultato? Il risultato è questo: Alzate la testa perché la vostra liberazione è vicina: Il Signore viene! Il senso dell’Avvento è tutto qui! Da che cosa ci libera il Signore? Ormai lo abbiamo visto: ci libera dalla mancanza di speranza, ci libera dalla rassegnazione, ci libera dallo sconforto, ci libera dalla stanchezza, ci libera dalla tristezza, ci libera dallo scoraggiamento, ci libera dallo sconforto, cose tutte che ci opprimono e ci schiacciano quotidianamente, che ci rendono miopi, che ci rendono rassegnati! Noi riceviamo la visita del Signore che ci libera da questi pesi e ci rimette in cammino.
L’attesa del Signore che è venuto, che viene e che verrà! Attendere è qualcosa che tiene viva la speranza! Attendere Colui che è venuto – quindi non è uno sconosciuto Colui che tornerà, perché il Signore noi lo abbiamo già conosciuto; attendere Colui che viene – la capacità di riconoscere i segni del suo passaggio in mezzo al travaglio della nostra storia; attendere Colui che verrà – noi non siamo in cammino verso il buio e verso l’ignoto ma siamo in cammino per una strada, che non conosciamo, ma che va verso di Lui che ci viene incontro!
Allora questo dà un nuovo senso al nostro camminare nella storia: il senso del “da dove veniamo” – la sua prima venuta – e del “dove andiamo” – il suo ultimo ritorno, ci colloca dentro questa storia! Il problema nasce nel momento in cui noi, come cristiani, non sappiamo più dare speranza a questa storia. Gesù direbbe: “E se il sale perdesse il suo sapore con che cosa lo si potrà rendere salato?” Se noi cristiani non abbiamo la capacità di dare speranza, di non accodarci alla schiera dei profeti di sventura, se noi non facciamo questo siamo come il sale che ha perso il suo sapore! Il compito di accogliere questo annuncio di speranza e di donarlo al mondo ci appartiene!
Avvento è, allora, il tempo in cui rieducarci a questo senso della storia. Il cristiano dà testimonianza di non essere uno smemorato in un tempo in cui la storia appare sempre più ridotta all’istante presente. La storia passata sembra, a volte, di non essere mai accaduta tant’è vero che noi non impariamo nulla dalla storia passata e la ripetiamo! La storia futura sembra, a volte, sfumare quasi che le scelte che facciamo non considerassero le conseguenze per chi verrà dopo di noi e tutto si gioca nell’oggi.
Allora, come cristiani, noi siamo chiamati a dire che noi abbiamo memoria della storia, una storia in cui il Signore è entrato, è già venuto, di una storia che vogliamo sempre interrogare per non ripetere gli errori del passato e che noi andiamo verso una storia futura che dipenderà anche dalle scelte che noi abbiamo fatto oggi, scelte che riguardano il nostro vivere sociale, l’ambiente e la terra in cui viviamo. Quindi, più che sentirci vittime di un destino cieco ci sentiamo protagonisti di una storia in cui raccoglieremo quello che avremo seminato.
Questa testimonianza, oggi, ci è chiesta a noi cristiani se vogliamo vivere il tempo dell’avvento nell’attesa di Colui che è venuto, che viene e che verrà!

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore.

 

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