La faccaiata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 10 giugno a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 8 giugno 2018:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

​III dopo Pentecoste
​​​​​Mc 10, 1 – 12

In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Le letture di questa domenica ci mostrano il cammino del discepolato: essere discepoli di Gesù, quello che, con un termine bello e biblico si chiamala “sequela” di Gesù. Cosa comporta il seguire Gesù? Qual è la vita del discepolo di Gesù? In particolare il capitolo 10 del Vangelo di Marco ci mostra, in alcuni quadri, la risposta a questa domanda. Seguire Gesù vuol dire amarsi nel matrimonio, con un amore fedele, che è per tutta la vita; seguire Gesù, poi, vuol dire mettere al centro della vita della comunità i piccoli, gli anziani; seguire Gesù, inoltre, vuol dire che i più grandi sono chiamati a servire, che il potere è servizio e che il ricco è chiamato a condividere con il povero: Il modo di vivere del discepolo di Gesù, quando è in una situazione di ricchezza, è quello di condividere con il povero! Quindi, in pochi quadri, il Vangelo di Marco ci ha fatto percorrere tutto un cammino di discepolato che comprende la vita personale, la vita familiare, sociale e comunitaria in tutti i suoi aspetti, con i suoi tratti essenziali e caratteristici che distinguono il cristiano.
Gesù viene interrogato prima in una controversia mossa, non da intenzioni oneste, da parte dei farisei; poi anche i discepoli, a loro volta, lo interrogano con domande più oneste, con la curiosità di chi proprio vuole che il Maestro si esprima nel modo più chiaro, perché questo, sanno bene, che è un punto essenziale: “vogliamo essere tuoi discepoli ma tu dicci con chiarezza il tuo pensiero su questo punto così importante qual è il matrimonio”. Gesù, allora, lo esprime con estrema chiarezza: “chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio; e anche la donna, se ripudia il marito e ne sposa un altro commette adulterio”. In queste due espressioni Gesù ci mostra come la sua proposta di matrimonio - che poi è quella di Dio suo Padre, così come, fin dall’inizio, l’ha voluta, l’ha pensata, creando l’uomo maschio e femmina, secondo quanto risulta dal libro della Genesi - è quella del matrimonio indissolubile e per la vita: un’alleanza d’amore per tutta la vita!
Quindi, come primo elemento fondamentale, vediamo come Gesù proponga il modello di matrimonio monogamico, in una cultura, sia quella giudaica sia quella romana, che avevano una visione differente. La proposta di Gesù sul matrimonio è una proposta singolare. L’interpretazione che Gesù dà della legge di Dio, della Torah, è un’interpretazione proprio sua, che va oltre le dispute delle diverse scuole rabbiniche del tempo. Esse, infatti, interpretavano il permesso che Mosè, nel Libro del Deuteronomio, aveva dato del ripudio, o nel modo più ristretto – si può ripudiare, cioè, solo nella situazione più grave, in flagranza di adulterio – o dall’altra parte un’interpretazione più estesa – si può ripudiare per qualsiasi ragione - semplicemente perché il marito ha trovato una donna che gli piace di più, o anche solo per le motivazioni più ampie e che, a volte, a noi fanno anche un po’ sorridere. Gesù però non entra in queste discussioni che sono discussioni di una certa attualità, argomenti sui quali anche oggi ci si trova a confrontarsi: Ha fatto bene o ha fatto male a fare quella scelta? E ci si trova a discutere entrando, anche, nelle varie casistiche. Gesù, invece, non entra mai in una casistica o in una discussione legalistica - in questi casi si può, in altri non si può – ma va all’essenziale, al principio, come Dio ha pensato, ha veduto, ha creato nel suo atto di amore che è stata la creazione. Che cosa ha fatto Dio? Ha creato una coppia, l’amore dell’uomo e della donna a somiglianza ed immagine del proprio amore: una comunione di amore come l’espressione, in questa creazione, cioè nel mondo, che meglio di qualunque altra, è l’immagine che rimanda all’amore stesso di Dio. Non ci deve sfuggire il fatto che Gesù ha compiuto anche un altro passo, che segna la distanza rispetto ad altre culture, altre tradizioni. Dare il ripudio non è solo questione dell’uomo, non è solo un diritto dell’uomo, come voleva la legge giudaica ma, dice Gesù, c’è una reciprocità – facendo, in questa considerazione, un grande passo avanti – nel senso che l’adulterio è tale non solo se è commesso dalla donna ma anche se è commesso dall’uomo! Come dire: L’uomo e la donna sono sullo stesso piano; nella comunione tra pari non c’è un dominio dell’uno sull’altro, ma sono due che si guardano negli occhi, viso a viso, degli interlocutori d’amore alla pari! Questo è un passo avanti enorme, di cui ancora dobbiamo comprenderne bene, fino in fondo, tutte le conseguenze e mettere in pratica questa parola di Gesù fino in fondo.
Se questo è il pensiero di Gesù sul matrimonio che cosa possiamo dire oggi ad una coppia, ad una famiglia o a chi sta per formarla o a chi da tanti anni vive un amore nella coppia? Innanzitutto possiamo dire che mostrare l’amore dell’uomo e della donna come immagine dell’amore stesso di Dio credo che debba essere, innanzitutto, una “buona notizia”, cioè vangelo. Credo che valga la pena di aiutare soprattutto chi si sta avvicinando ad un progetto di vita matrimoniale, mostrare loro la bellezza dell’amore, e dell’amore così come Gesù ce lo ha mostrato. Mostrare che, per esempio, l’amore per la vita e l’indissolubilità del vincolo, prima che essere un comandamento è un dono! E’ una realtà che appartiene all’amore stesso: non è una qualità aggiunta da Dio all’amore ma esprime pienamente quello che l’amore è! L’amore ha dentro di sé la pretesa di essere così, totalizzante e non a tempo determinato, ma per tutta la vita! Ha dentro di sé questo desiderio e questo bisogno di completarsi e di compiersi così! In questo modo si esprime tutta la potenzialità e la bellezza dell’amore umano, perché così è fin dal principio!
Un altro aspetto che vale la pena di considerare è che questo, che è il progetto di Dio, l’ideale della vita cristiana, non va mai espresso in una modalità assolutistica - quasi che chi vive questa modalità di amore possa guardare con senso di superiorità chi, magari, non lo vive o non riesce a viverlo nella vita - perché questa espressione dell’amore non è “esclusivo”, quasi che ci siano coloro che riuscendo a vivere l’amore così riescono a vivere l’amore cristiano, mentre altri, che hanno fallito, magari non per colpa loro, allora sono fuori da un amore cristiano. Qui, allora, varrebbe la pena riprendere tutta la “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, ad esempio tutto il capitolo in cui lui, commentando I Corinzi 13, ci mostra tutta la bellezza dell’amore cristiano ed in particolare dell’amore dell’uomo e della donna; e vale la pena di approfondire anche il capitolo 8 dell’Amoris Laetitia, in cui lui ci aiuta a capire che è un atteggiamento cristiano - che Gesù ci ha raccomandato e che amava fare - anche quello di incontrare la persona lì dove si trova, anche se si trova lontano, anche nell’errore e nel peccato, perché Gesù amava molto incontrare le persone lì dov’erano, senza giudicarle ed aiutandole – perché questo Dio fa – ad incamminarsi, in quei passi possibili, verso un amore cristiano più alto, più pieno, che più si avvicina all’amore come Dio lo ha fatto e lo ha voluto fin dal principio. Il cristiano guarda a tutti con questo stesso sguardo di Dio, aiutando ed incoraggiando, in questo cammino verso Dio e verso quell’amore che Dio ha per noi e che Dio rende anche a noi possibile vivere. Papa Francesco ci dà un altro sguardo sulla famiglia e sull’amore umano, senza smettere di mostrarci l’ideale dell’amore cristiano come un amore pieno, nel dono totale di sé per tutta la vita – papa Francesco non ha cambiato la dottrina del matrimonio, ma nello stesso tempo ci ha aiutato a guardare tutte le situazioni dell’amore umano con gli occhi stessi di Dio.
Un’altra cosa che questo Vangelo di oggi può dire alle coppie è che questa reciprocità tra l’uomo e la donna, appartiene alle novità che Dio ci ha proposto. Noi cristiani non dovremmo essere oggi quelli che seguono un discorso di mostrare come l’uomo e la donna sono interlocutori alla pari ma dovremmo essere capaci di proporre dei passi avanti in questo senso, in questo cammino. Potremmo non solo fare alcune proposte, come per esempio affermare che nel lavoro uomini e donne abbiano pari salario, parità che oggi non c’è – e questo è un aspetto importante e tutt’altro che secondario – ma avere il coraggio di andare anche contro e mostrare come la ricchezza della diversità dell’uomo e della donna possa esprimersi, per esempio, nella capacità dell’uomo di non voler dominare a tutti i costi – in questo modo dovremmo leggere tanti episodi di violenza sulle donne; ma dovremmo anche avere il coraggio di spingerci ancora oltre, per arrivare a dire che, nella Chiesa, per esempio, noi dovremmo affermare la grande ricchezza del contributo che le donne danno nella chiesa oggi – basti vedere come tra le persone che si rendono disponibili per un servizio, nella maggior parte dei casi si tratta di donne. Guardando anche l’esempio di tante donne sante che la chiesa conosce, la chiesa potrebbe arrivare a valorizzare di più il ruolo della donna nella chiesa. Se noi guardiamo alle parole di Gesù tutto questo potenziale noi lo troviamo, però tocca a noi riconoscerlo e realizzarlo, traducendolo in scelte ed in comportamenti. Così come potremmo anche dire che questa durezza di cuore, a cui Gesù fa riferimento con le parole: “Mosè vi ha permesso il ripudio a motivo della vostra durezza di cuore”, ci dice qualche cosa di molto importante, e cioè che noi non facciamo mai un buon servizio, né a Dio né all’uomo, quando facciamo delle proposte al ribasso. Come dire che nei fatti, spesso, questo ideale dell’amore non viene messo in pratica ed allora si abbassa la proposta, si fa un compromesso al ribasso. Noi, allora, ci accorgiamo che così facendo non facciamo un buon servizio né a Dio né all’uomo e sapete da che cosa lo si vede? Dal fatto che i giovani, in particolare, facciano una grande difficoltà a scegliere il matrimonio come scelta totalizzante, come il coronamento di quell’amore fedele, unico per tutta la vita. Ma ci accorgiamo, allo stesso tempo, proprio di quanto bisogno abbiano, soprattutto i giovani, di scelte chiare, forti, non al ribasso; di scelte che li spingano a coinvolgere tutto loro stessi! Non bisogna lasciarsi ingannare rincorrendo certe abitudini o certi modi di fare che si diffondono e che ci portano a credere che, se vogliamo poter essere ascoltati, allora dobbiamo un po’ correre dietro gli usi di questo tempo. Però bisogna stare attenti che, se da una parte noi dobbiamo ascoltare attentamente gli uomini di oggi ma non con gli schemi del passato, ed essere attenti anche alle novità, ai cambiamenti che avvengono, senza interpretarli con schemi che appartengono al passato, però dobbiamo essere capaci di dire anche, dall’altra parte, che non deve essere una rincorsa alle ultime mode ma deve essere una proposta chiara e forte, alta, che possa essere affascinante, che possa essere attraente e non perché è più semplice, più addomesticata, ma perché è più bella, più convincente, perché va a toccare quel bisogno profondo del cuore, quella cosa che mi prenda la vita e non mi dica solo qualcosa che le mie orecchie ascoltano volentieri e basta! Che sia qualche cosa che mi prenda al cuore, che afferri la vita, che mi dia un senso pieno alla vita! Ecco perché la proposta di Gesù deve essere anche la nostra proposta! Un amore così bello, alto, per la vita, che ti prende tutta la vita e che la rende capace di esprimere pienamente le potenzialità di amore che il nostro cuore ha in se stesso! Questo amore della coppia, che Gesù oggi ci mostra come immagine dell’amore stesso di Dio, deve essere qualcosa su cui soffermarsi a lungo nella meditazione e nella preghiera.

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

 

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