La faccaiata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 18 febbraio a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione, proposto ogni venerdì sera alle ore 21 presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 16 febbraio 2018:

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

I domenica di Quaresima
Mt 4, 1 - 11

In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: / “Non di solo pane vivrà l’uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: / “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo / ed essi ti porteranno sulle loro mani / perché il tuo piede non inciampi in una pietra”».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: / “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: / “Il Signore, Dio tuo, adorerai: / a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.<

Iniziamo il tempo della Quaresima e lo facciamo accogliendo la grazia di questo tempo, che è un tempo propizio in cui ripartire con la Parola del Signore, che ci guida e ci protegge nel momento della tentazione e che ci può donare anche la gioia della vittoria sulla tentazione, come vediamo nella conclusione del Vangelo di oggi: “Il diavolo lo lasciò ed Angeli si avvicinarono e lo servivano.” E’ possibile, infatti, anche nella nostra lotta contro le tentazioni, poterne uscire vittoriosi, anche se non sempre è così. Il tempo della Quaresima, allora, è un tempo in cui tornare ad esercitarci in questa lotta spirituale e lo facciamo aiutati dal fatto che Gesù, prima di noi, lo ha fatto lui stesso. Gesù fù condotto dallo Spirito nel deserto, quasi sospinto, gettato, perché il deserto è il luogo dell’incontro con il Signore e, proprio per questo, è anche il luogo della tentazione. La tentazione c’è lì, dove si cerca di fare il bene e non dove si fa il male! La tentazione c’è lì proprio dove si cerca Dio: proprio lì arriva la tentazione!
Gesù digiuna per quaranta giorni e quaranta notti – il numero quaranta evoca molti momenti che la Scrittura ci racconta, in particolare l’Esodo con i quarant’anni del popolo di Israele nel deserto, dalla schiavitù d’Egitto verso la terra promessa: Quindi è il tempo in cui mettere alla prova la propria libertà. La Quaresima avrà, proprio come punto di arrivo, il poter dire: Ho messo alla prova la mia libertà, ho fatto un esercizio di libertà, ho fatto un cammino che mi ha reso un uomo libero dalle schiavitù che, in molti modi, ogni giorno limitano e compromettono la nostra libertà. Le tentazioni, quindi, sono un tentativo di tornare a fare di noi degli schiavi: il Signore, invece, ci vuole liberi, perché così Egli ci ha fatti! E’ bello, quindi, pensare alla Quaresima come un cammino in cui realizzare in noi il disegno di Dio: quello, cioè, di essere uomini liberi, liberi nell’amarlo e liberi nel servire gli altri nell’amore.
Le tentazioni che Gesù attraversa in questo tempo di quaranta giorni – quaranta è il tempo di una vita, di una intera generazione ed in qualche modo rappresentano le tentazioni che, per Gesù, non si concentrano solo in quel momento, all’inizio della sua vita pubblica subito dopo il battesimo, ma sono presenti in tutta la sua vita fino al momento della croce: “Se sei figlio di Dio scendi dalla croce e ti crederemo!” Vedete quanto assomiglia all’espressione: “Se sei figlio di Dio dì che queste pietre diventino pane.” Questo modo, così straordinario, cui Gesù viene spinto: “Se sei Dio fai vedere che sai fare cose fuori dall’ordinario” non lo scalfisce. Infatti Gesù non fa nulla di straordinario, perché Gesù si è fatto uomo, condividendo la nostra umanità in tutto, anche nella fame e non ha ceduto alla tentazione di servirsi del suo potere divino per non fare il percorso normale che noi uomini facciamo: lavoriamo e col nostro lavoro ci guadagniamo il nostro pane quotidiano. Se Dio si fosse fatto uomo per poi guadagnarsi il pane quotidiano senza far fatica noi avremmo detto: Ma che Dio è? In che cosa si è fatto veramente uomo? Noi ce lo dobbiamo guadagnare il pane quotidiano: perché Dio, che si è fatto uomo come noi, dovrebbe avere questi privilegi e queste scorciatoie?
Questa prima tentazione, quindi, ci invita a resistere alla tentazione dei privilegi, del non fare la vita normale, ordinaria, guadagnando giorno per giorno ciò che la giornata ci può offrire come frutto del nostro lavoro, della nostra intelligenza e della nostra operosità! Avere fede in Dio non vuol dire essere esonerati da tutto questo: neanche Gesù si è sottratto a questo, ma viverlo da figli di DFio, cioè ricevendo il pane non solo come nutrimento per il corpo ma come dono che viene da Dio, dono da condividere con gli altri. Pane non è solo il cercare di saziare la propria fame ma il pane è il segno del dono ricevuto da condividere. Gesù, infatti, ha moltiplicato il pane e non ha trasformato le pietre in pane: ha offerto a noi la possibilità, nel segno della condivisione, di far bastare il pane che c’è per tutti con l’aiuto che il Signore offre rendendo fecondi e moltiplicando i nostri sforzi perché noi possiamo rispondere alla fame dei fratelli!
La seconda tentazione ci mostra che Gesù è tentato di vedere in Dio uno che gli toglie le responsabilità: “Buttati giù ed i suoi angeli ti sorreggeranno.” Come dire che se anche tu ti comporti da irresponsabile, tanto Dio è Colui che risolve con facilità i tuoi problemi togliendoti la responsabilità dei tuoi atti! Anche questa è una tentazione molto presente. Questo sarebbe un attentato alla nostra libertà! Se Dio ci togliesse le castagne dal fuoco, in questo modo uno potrebbe vivere da irresponsabile dicendo: Tanto Dio dopo mette una pezza a tutti i guai che combino. La nostra responsabilità verrebbe completamente negata! Oggi noi vediamo come stiamo vivendo un tempo in cui la tentazione della deresponsabilizzazione è fortissima e continua. Noi sentiamo tanti discorsi in cui nessuno si prende mai la responsabilità di niente e qualunque cosa non va bene è sempre colpa degli altri, sempre di chi è venuto prima di me! E’ molto raro – quasi del tutto assente – poter sentire qualcuno che afferma di non esserci riuscito in una certa cosa, di aver sbagliato e, conseguentemente, chiede scusa! E’ una ipotesi di eccezionale rarità vedere qualcuno che si prende la responsabilità! Si gioca sempre allo scarica barile; è un continuo rimpallarsi le responsabilità, farle girare e nessuno che se ne prende carico. Questa è una tentazione grande, perché vuol dire che le questioni non vengono mai realmente affrontate. E’ una spirale negativa e più ci si deresponsabilizza e più tutti siam portati a fare lo stesso. E se nessuno si prende la responsabilità perché dovrei prenderla io? Quindi cerco anch’io di sottrarmi alle mie responsabilità! Da questa tentazione Gesù ci ha messo in guardia. Ognuno si prenda fino in fondo le proprie responsabilità: così noi diventiamo uomini liberi: prendendoci la responsabilità di ciò che facciamo nel bene e nel male.
La terza tentazione è quella dell’idolatria. “Tutte queste cose io ti darò se gettandoti ai miei piedi mi adorerai.” Il diavolo è colui che ritiene di avere in suo possesso tutti i regno del mondo: è la tentazione di colui che, in vari modi, per il potere politico, per il potere economico si sente di poter dominare sugli altri, di poterli comprare, di poterli soggiogare con la paura e con l’esercizio di un potere oppressivo e non liberante, La tentazione è quella di affrontare questa questione dicendo: Vediamo se riesco ad avere anch’io il mio scampolo di potere; non quindi respingere questa logica di un potere che schiaccia la persona invece di promuoverla, ma di cercare di poterne avere una piccola fetta anch’io, ricevendola da chi ritiene di averla nelle sue mani. Anche questa è una tentazione diabolica ed è di una grande attualità: è la tentazione di sentirsi, in qualche modo, rassegnati, perché le cose in questo mondo funzionano così. Di conseguenza cerchiamo, per non rimanerne fuori, di essere parte di questa spartizione della torta: accettiamo che tutti facciano solo il proprio interesse, senza curarsi degli altri e vediamo se una fetta di torta riusciamo a portarla a casa anche noi. Questa è la terza tentazione di origine diabolica. Come vince Gesù queste tre tentazioni? Solo con la Parola di Dio! Gesù si nasconde dentro la Parola di Dio; sa che con le sue sole forze non può affrontare queste tentazioni, non può affrontare il diavolo con le sole sue forze: Ha bisogno di quella forza che gli viene da Dio e che la sua Parola contiene e sprigiona. Allora l’indicazione è chiara: Nella Parola di Dio noi troviamo quel Dio che è accanto a noi nel momento della tentazione e che solo può renderci vittoriosi nel momento della tentazione! Allora attraverso questa Parola che noi nel tempo di Quaresima possiamo leggere e pregare con un po’ più di abbondanza noi troviamo la forza per affrontare la tentazione.
Il nostro Arcivescovo stamattina, in un incontro con tutti i sacerdoti della diocesi, ci ha esortato ad alzarci, durante il tempo di Quaresima, ad alzarci un quarto d’ora prima e vivere un momento di preghiera che lui ha chiamato: ”Il quarto d’ora della sentinella”. La sentinella è colui che vigila, che sta sveglio, che è pronto. Non si fa cogliere impreparato, non si fa trovare addormentato, non rispetto al sonno della notte ma rispetto alla tentazione, quando si presenta. Questa preghiera che l’arcivescovo ci ha raccomandato è una semplice cosa ma da fare tutti i giorni: è un’indicazione molto preziosa che contempla un po’ di ascolto della Parola del Signore e un po’ di preghiera, ma tutti i giorni! Se fatta con fedeltà, tutti i giorni, diventa più efficace che se fatta, magari, più prolungata ma solo per un tempo limitato! Questo inizio di giornata, vissuto nella preghiera e nell’ascolto della Parola di Dio, fatto con costanza fa sì che io viva nella luce di quello che la Parola di Dio mi ha mostrato quel giorno, nella forza che la parola di Dio mi ha donato quel giorno. La giornata può cambiare; può dare una tonalità, un colore diverso a tutta la giornata, un modo diverso di vivere tutta la giornata.
La Parola di Dio non manchi in nessuna delle nostre giornate, in particolare in questo periodo di Quaresima.

Don Marco Casale
Casa San Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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