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La faccaiata di Casa San Carlo con la caratteristica meridiana

Approfondimento del Vangelo di domenica 12 novembre a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto ogni venerdì sera alle ore 21.00, presso la Casa San Carlo di via Santa Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 10 novembre 2017:

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

I domenica di Avvento
Mc 13, 1 -27

1In quel tempo. Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». 2Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».
3Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4«Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?».
5Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! 6Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. 7E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. 8Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
9Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelosia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
14Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, 15chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, 16e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!
18Pregate che ciò non accada d’inverno; 19perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. 20E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni.
21Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; 22perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. 23Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto.
24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo».

La parte interessante, che dà il senso a questo brano di Vangelo, è quella che non è stata inserita nella Liturgia odierna e che è rappresentata dal versetto subito seguente:
«Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.»
Questa è la chiave di lettura del brano di oggi. Sono i segni dell’estate che devi scrutare, quei segni che indicano l’estate che si avvicina, ed è importante dirci questo perché la descrizione di questo Vangelo ha il sapore dell’inverno, del travaglio della storia e bisogna sapere scrutare i segni dell’estate che è vicina. Qui un ruolo importante ce l’ha il tempio di Gerusalemme, ed è lo spunto iniziale, il motivo di orgoglio:
«Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!»
Ma Gesù smonta questo tipo di aspettativa:
«Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta»
Una profezia a posteriori. L’autore del testo ha davanti agli occhi il tempo distrutto, ha assistito alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e allora nasce una domanda: ma se quel tempio – che era l’orgoglio della nazione ebraica e il luogo dove veniva custodita la fede dell’unico Dio – ora non c’è più, che cosa ne sarà di noi? Dove Dio potrà ancora incontrarci? Dove noi potremo ancora incontrarLo?
Gesù apre una nuova strada e si presenta come il nuovo tempio, cioè la sua persona è il luogo dove Dio abita e nell’incontro con Lui noi incontriamo Dio: la persona di Gesù custodisce il mistero della presenza di Dio!
La descrizione di tutte queste traversie, questi travagli, questi eventi storici - «Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.» - è la descrizione della storia dell’uomo: questa è la storia dell’uomo, non ci sono mai stati periodi senza guerre o terremoti o carestie. Quindi noi non dobbiamo vedere in questo la fine, cioè non è questo il segno che viene la fine, non sono questi i segni che ci dicono che siamo al termine della storia, ma questo è quello che avviene sempre e da sempre nella storia dell’uomo. Anche se a noi sembra sempre che, in qualche modo, il tempo che stiamo vivendo sia peggiore di quello che ci ha preceduto, un po’ più di consapevolezza storica ci farebbe capire che le cose non stanno così come sembrano. La storia, infatti, è sempre stata gravida di sofferenze, quelle che gli uomini infliggono ai propri simili e anche i cataclismi di natura.
«Badate che nessuno vi inganni», dice Gesù. E poi «non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine». Ecco, l’atteggiamento che Gesù ci raccomanda, non è quello di pensare che il periodo storico che stiamo vivendo è il peggiore possibile o di pensare che da questi segni si ricavi che siamo alla fine, no! Gesù dice che l’atteggiamento del cristiano è un altro: vegliare, badare a sé stessi e perseverare.
E qui Gesù cambia registro e parla del tempo della persecuzione e dell’annuncio del Vangelo. C’è una persecuzione in atto:
«Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. »
Cioè: in mezzo alla persecuzione c’è l’annuncio del Vangelo! Il secolo scorso e questo secolo ci ricordano che la persecuzione fa parte della storia del cristianesimo, tant’è vero che abbiamo assistito a una persecuzione che forse, anche in ferocia, supera tutte le epoche precedenti. Allora Gesù ci ricorda che noi non dobbiamo pensare che in qualche modo il dono che ci fa Lui è quello di renderci la vita più comoda o di risparmiarci qualcosa in più rispetto ad ogni uomo. Non è questo! Gesù dice:
«chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.»
E poi:
«non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.»
Questo Gesù è venuto a portare! Non uno sconto sui patimenti della vita. «Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». Non una sorta di prontuario per avere tutte le risposte alle questioni della vita, un ricettario per avere la formuletta che risolve tutti i quesiti dell’esistenza, Gesù ci ha detto un’altra cosa: “Lo Spirito Santo parlerà per voi”.
Qual è un altro dono che ci porta il Signore?
«E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe.»
Il Signore è colui che abbrevia questi giorni, che mette un argine, un limite al dilagare della sofferenza e del male. Il Signore mette un limite! Questo è il dono che Lui ci fa e questo è il dono che noi dobbiamo chiedere. “Signore, fino a quando?” - chiede il salmista. È l’invocazione perché il Signore intervenga e metta un limite: ora basta, ora basta, la misura è colma! La nostra preghiera, allora, diventa questo: il Signore non permetta che il male dilaghi e invada tutto! Ed ecco l’annuncio, tratto dal profeta Daniele:
«Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.»
La grande attesa del tempo dell’Avvento può riaccendere in noi l’attesa del Signore che viene.
Ecco, questa attesa per noi oggi non ha quasi più nessun significato; mi viene da pensare che l’annuncio della venuta del Signore oggi, per quello che viviamo, è qualcosa che a fatica diventa significativo, a fatica ci tocca. L’uomo d’oggi rimane sostanzialmente indifferente difronte a questo annuncio, non suscita nessun fremito, nessuna emozione. Questo noi dobbiamo tenerlo in considerazione perché noi ci troviamo a confrontarci con questo: non ci si aspetta più niente! Si cerca di sopravvivere oppure le aspettative sono molto circoscritte “speriamo che mi vada bene questa cosa qua, speriamo di raggiungere questo obiettivo qua, speriamo di farcela anche questa volta ma, domani, chi lo sa!”. Chi riesce a impegnarsi nel dire “speriamo nel domani migliore”? Che fatica! Riusciamo ancora a dirlo? È una bella domanda questa…perché non è stato sempre così, questo è proprio un segno dei tempi! Un tempo l’espressione: “speriamo in un domani migliore” la si poteva dire, era una cosa sentita! Allora oggi il tempo di inizio dell’Avvento ci dice che la rivoluzione che il cristianesimo ha portato nella storia dell’umanità è questa attesa di un domani migliore perché il Signore viene! Questa attesa di una salvezza che Dio ci porta, che rompe le paure che ci paralizzano, che rompe questa visione miope che non ci fa vedere il domani, la rompe, la squarcia e ci fa vedere il futuro luminoso perché Dio Salvatore viene! Chissà se c’è ancora la possibilità che l’Avvento spezzi la cappa delle nostre paure e delle nostre miopie che riducono il nostro sguardo al massimo alla speranza dell’oggi, di un oggi accettabile, e non ci permettono di sporgerci fino al domani che è un grosso punto di domanda!?! Ecco, il tempo dell’Avvento è il tempo in cui il Signore è già presente e lo si vede attraverso questi segni che vedete che nel testo sono disseminati:
1) La perseveranza. Io penso che questo sia oggi un aspetto proprio tipico di chi vuole vivere la sua fede oggi, la perseveranza! La perseveranza è quella che ti fa sembrare proprio cocciuto, testardo perché non ti fai rubare la speranza nonostante tutto! Se tu oggi non sei caparbio, duro, determinato su questo, ti portano via la fede! Se non sei perseverante fino a volerlo fortissimamente, ti portano via la fede e la speranza!
«chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.»
Il cristiano oggi è un cocciuto, un testardo che non si fa rubare la speranza.
2) L’assistenza dello Spirito Santo. Ecco un’altra perla disseminata in questo brano: l’assistenza dello Spirito Santo. «Sarà lo Spirito a parlare»: ecco, quando domandarono a papa Francesco perché avesse indetto l’anno Santo della misericordia, quali valutazioni, strategie e argomenti ci fossero dietro, lui rispose “me lo ha detto lo Spirito Santo, ho avuto un’intuizione interiore, mi è sembrato che il Signore mi chiedesse questo: indici un anno Santo della misericordia”. Ha risposto così! Tutti a chiedersi “con chi si è consultato? Che valutazioni strategiche e politiche ha fatto?” e lui ha risposto “me lo ha detto il Signore, me lo ha fatto capire, mi ha dato un’intuizione spirituale”. Ecco cos’è l’assistenza dello Spirito Santo: lo Spirito che parla davvero! Parla, corregge, guida, conforta, illumina, perdona, rialza…l’assistenza dello Spirito Santo!
Questo è il tempo di Avvento, tempo in cui vegliare nell’ascolto della Parola, nell’ascolto di quello che la Parola dice al cuore, quello che lo Spirito suggerisce. È tempo di preghiera, di raccoglimento, di ascolto, tempo in cui lasciarci guidare da Dio.

Buon Avvento!

Don Marco Casale
Casa san Carlo – Bizzozero
Trascrizione non rivista dall’autore

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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