Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena

Approfondimento del Vangelo di martedì 15 agosto a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto  presso la chiesa di S. Maria Maddalena come momento di meditazione sul Vangelo per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti di quello di lunedì 14 agosto 2017:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

Festa dell'Assunzione di Maria
​Lc 1, 39-55

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre”. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

La festa dell’Assunzione di Maria veniva chiamata nei primi tempi della cristianità la,DORMITIO il sonno della Vergine. Questo dormire rappresentava la morte che è come un sonno. Viene da chiederci : ma a cosa serve il sonno? Il sonno serve per rigenerarsi, per riposare, per ritrovare le forze. Allora questo sonno non è un sonno eterno ma è il passaggio nella morte che ci fa rinascere a vita nuova. Questo sonno allora ci prepara alla vita eterna, perché quando noi attraversiamo il sonno della morte non rinasciamo nel senso che torniamo a questa vita ma nasciamo a una nuova vita, una vita che non è più segnata dalla morte come questa perché la morte non c’è più. Ecco allora il mistero dell’assunzione di Maria ci apre a contemplare il cielo, a contemplare questa casa del Padre, questo giardino, questo banchetto. Vedete quante sono le immagini che la Scrittura ci offre per descrivere questa vita oltre la morte, una vita in cui la morte non c’è più, una vita eterna, una vita con Dio, con Gesù, con Maria, con tutti i santi, con tutti i nostri cari che ci hanno preceduto in Paradiso. Quindi una bella vita, una vita che passeremo non dormendo ma vivendo perché ci saremo svegliati dal sonno. E Maria in questo ci ha preceduto. Lei è stata assunta in cielo ma anche noi andremo in cielo, anche noi saremo assunti in cielo e saremo portati da Gesù come Lei. Dice San Paolo che Gesù è la primizia , allora vuol dire che, dopo la primizia, arrivano altri, arriva per prima Maria che ha avuto questo dono di essere stata assunta in cielo subito dopo la morte cioè non ha conosciuto il sepolcro, il momento della tomba ma è stata subito portata in cielo. Noi invece conosciamo il sepolcro e poi attendiamo la nostra rinascita. Allora il messaggio che questa festa ci porta è un messaggio di speranza perché la morte non ha l’ultima parola. A volte mi domando come si potrebbe guardare al mistero della morte senza disperarsi se non avessimo la speranza che la morte non è l’ultima parola ma che, dopo il riposo della morte, noi ci sveglieremo a nuova vita. Come potremmo affrontarlo senza questa speranza? Allora noi siamo chiamati a dare questa speranza. Se non diamo questa speranza noi che crediamo, chi la può dare? Il Signore affida a noi questo compito, quello di offrire al mondo questa speranza della vita eterna. Nella prima lettura abbiamo visto che questa speranza è rappresentata come una donna vestita di sole, quindi è una speranza di luce, una luce oltre le tenebre, di una donna che vince il drago, che viene protetta dal drago, una donna che è più forte del drago cioè del male. È una speranza quindi che la nostra lotta contro il male in questa vita arriverà ad una vittoria! Dio è più forte del male, del diavolo, del tentatore, del drago. Questo nostro nemico vorrebbe tenerci con sé nella morte invece Dio ci porta con sé strappandoci dal drago. Allora vedete cosa vuol dire quando uno dice Dio lo ha preso con sé, togliendolo al drago, non togliendolo da questa vita. Dio non è la causa della nostra morte, Dio è la soluzione della nostra morte .e dinanzi alla morte, noi dobbiamo dire non sia fatta la tua volontà nel senso di dire se tu hai voluto la sua morte ma al contrario dobbiamo dire sia fatta la tua volontà nel senso che noi sappiamo che tu non vuoi che rimanga nelle braccia della morte. Noi dobbiamo sapere cosa vuol dire sia fatta la tua volontà altrimenti facciamo una gran confusione. Questa speranza nella vita eterna è una speranza grande per ciascuno di noi anzi forse è la speranza più grande che come ci ricorda Papa Francesco non ci dobbiamo mai lasciare rubare. “Non lasciatevi rubare la speranza”. Dove è Gesù, la primizia dove è Maria, assunta in cielo, un giorno saremo anche noi, dopo il riposo della morte, se avremo seguito la strada di Maria che è quella che il Magnificat ci ha descritto, la strada delle fede nel Signore, la strada dell’umiltà – ha guardato l’umiltà della sua serva-, la strada del servizio – Maria che corre in fretta perché la cugina Elisabetta ha bisogno. Allora questa è la strada che ci fa correre verso le persone che hanno bisogno, non ci fa girare dall’altra parte. Come Maria anche noi impariamo ad essere attenti quando c’è un bambino che nasce, una nuova vita che Maria ama tanto e protegge come una buona madre; quando c’è una persona nel bisogno, quando c’è un ammalato, quando c’è una persona anziana sola, quando c’è una famiglia nella prova. Essere attenti come Maria, questo cuore grande di Maria… andò in fretta senza aspettare, subito perché chi ha bisogno , ha bisogno adesso, subito. Ecco che come Maria essere disponibili al servizio. La strada dell’amore del servizio che ha percorso Gesù, che ha percorso Maria, che possiamo percorrere anche noi per essere là dove siamo noi – allora quello che ci muove è la speranza non la paura. Una volta si parlava più della paura dell’Inferno che della speranza del Paradiso. Il Concilio Vaticano II ha fatto questa osservazione: ma le persone si muovono più per paura o per speranza? In realtà, la paura al massimo ci può fermare, ci può trattenere ma la paura non dà forza, ,non dà energia, la speranza invece sì. Allora anziché la paura dell’inferno oggi la Chiesa ci invita a prendere energia dalla speranza del Paradiso. Seguendo Gesù, seguendo Maria noi abbiamo la speranza certa, sicura che potremmo essere anche noi dove sono loro. Che Maria ci aiuti in questo cammino!

Don Marco Casale

Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero

Trascrizione non rivista dall’autore

 

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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