Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena

Approfondimento del Vangelo di domenica 9 luglio a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto ogni venerdì sera alle ore 21.00, presso la chiesa di S. Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 7 luglio 2017:

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI


V domenica dopo Pentecoste
Lc 9, 57 -62

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Le letture di oggi ci mostrano che cos’è la vocazione, cioè la chiamata: è la voce del Signore che chiama! Queste letture ci indicano come possiamo metterci in ascolto della Sua parola. Si tratta di un ascolto che, però, non è solo un ascolto di se stessi ma è l’ascolto della voce di un altro. Spesso nelle questioni che riguardano la fede si tende a dire così: “Io vado in chiesa se me la sento; io prego quando me la sento; io vado a messa quando me la sento!” Sentire è il verbo giusto, però va coniugato correttamente. Infatti si tratta proprio di “sentire” ma non inteso solo come un ascoltare se stessi, i propri desideri, le proprie voglie, le emozioni di quel momento, ma si tratta di un sentire, tra tante voci, una voce e saperla riconoscere come “la” voce del Signore!
Ecco la vocazione! Credo che molte delle difficoltà che noi oggi incontriamo nei cammini di fede e anche nelle tante interruzioni dei cammini di fede, credo che noi possiamo un po’ ricondurle a questa difficoltà ad ascoltare la voce del Signore e a riconoscerla fra le altre voci! Oggi noi vediamo che nel Vangelo si parla di tre persone che si candidano ad essere discepoli del Signore, a seguirlo. Ma il Signore mette subito delle condizioni chiare: mostra, subito, che il cammino di fede è un cammino esigente, un cammino che porta con sé una grande consolazione ma che richiede un grande impegno, una perseveranza; richiede che la volontà sia forte, altrimenti si inizia, ma poi si smette, si interrompe, si fa marcia indietro!
Ecco il primo dei tre che dice: “Ti seguirò dovunque tu vada!” E’ un po’ lo spavaldo; è colui che è pieno di entusiasmo però non è pienamente consapevole delle difficoltà del cammino; è colui che inizia baldanzoso ma poi, non appena la strada diventa ripida, in salita, si siede e si ferma. Il Signore, allora, si mostra chiaramente per quello che è: non è uno che lusinga, che te la mette lì facile, che ti dà una pacca sulla spalla e ti dice: ma si, dai, andiamo avanti! No! Gesù dice: “Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo!” E’ come se Gesù dicesse: Guarda che le difficoltà non mancano e neanche io sono stato esonerato da queste difficoltà e neanche tu lo sarai! Questo di Gesù è un atteggiamento profondamente educativo. Pensate all’importanza di poter dire questo ai nostri ragazzi, ai nostri giovani: Il cammino della vita non è semplice, le difficoltà le incontrerai di certo! Allora l’entusiasmo nel cammino di fede è un ingrediente necessario ma da solo non basta: deve essere un entusiasmo consapevole delle difficoltà che il cammino presenta.
Il secondo dice: “Io ti seguirò, ma permettimi prima di andare a seppellire mio padre!” Gesù dice questa parola che può sembrare davvero molto dura: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti!” Qui Gesù pone una condizione: Per seguire Lui occorre davvero che Lui sia al primo posto, Lui che è il Signore della vita e che ha vinto la morte! Non c’è qualche cosa di più importante, che può venire prima di Lui perché tutto prende importanza a partire da Lui e se Lui non è il primo noi non avremo mai una gerarchia buona. Nelle scelte della vita il non avere una gerarchia delle cose crea solo confusione, perché tutto sembra importante allo stesso modo o tutto sembra poco importante allo stesso modo. Oggi noi siamo abituati - da un certo tipo di comunicazione, che mette tutto sullo stesso piano – a considerare il parere della persona più preparata, più documentata mettendolo sullo stesso piano del primo che passa di lì e dice la sua opinione. Ma allora è una cosa buona o no poter distinguere quale, fra queste due parole, è più importante, a quale posso dare più credito, a quale posso dare più valore, quale ha più sostanza, più fondamento, più credibilità? Gesù, a tal riguardo, ci dice: “La mia parola non è una parola fra le tante! La mia parola, la mia persona, chiede di essere messa al primo posto!” Vedete: Gesù chiede molto, perché? Perché dona molto, anzi dona tutto!
Il terzo dice: “Ti seguirò, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa!” No, dice Gesù, perché se tu metti mano all’aratro poi non puoi lasciarlo, perché l’aratro può solo andare avanti. Come dire: Non cercare scuse; non nasconderti dietro un dito e non dire: non ho tempo! Il tempo c’è per ciò per cui si vuole avere tempo! Non raccontarti delle storielle! Abbi il coraggio di dire ciò che vuoi e di dichiarare le tue scelte! Non cercare di nasconderti dietro una foglia di fico! Ecco, Gesù dice: Hai messo mano all’aratro, allora vai avanti! La perseveranza nella vita cristiana è virtù fondamentale; è il coraggio di andare avanti su una strada anche quando si fa difficile, anche quando gli altri ti invitano a lasciar stare, anche quando sembra di poter dire: Forse ho sbagliato, forse avrei dovuto fare altro, forse avrei dovuto scegliere altro. La perseveranza cristiana è il coraggio di dire: No, io continuo a fidarmi del Signore, nonostante tutto, perché ho posto in Lui la mia fiducia e non sarò deluso!
Ecco allora: La parola del Signore, che impariamo ad ascoltare, a riconoscere in mezzo alle tante altre parole e con amore a seguire! 

Don Marco Casale

Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero

Trascrizione non rivista dall’autore 

 

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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