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Foto Raffaele Coppola: La scuola dell'infanzia Giovanni da Bizzozero

Lettera aperta di una famiglia bizzozerese al sindaco di Varese sulle nuove tariffe dei servizi educativi comunali.


Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di una famiglia di Bizzozero indirizzata al sindaco di Varese relativamente alle dibattute nuove tariffe comunali per i servizi parascolastici, che nel caso specifico - denunciano i nostri lettori - porteranno ad un esborso di 1.800,00 euro in più all'anno:

  

Egr. Sig. Sindaco,

noi non ci occupiamo di politica, e forse questo è un errore, ma proprio per questo cerchiamo ancora di illuderci che i nostri Amministratori siano persone ragionevoli, capaci di ritornare sui propri passi quando opportuno, che operino nell’interesse di tutti e dunque anche del nostro, e che non rispondano primariamente a logiche “politiche” (quella politica con la “p” minuscola che tanto danno fa e ragione per la quale noi e tanti come noi cercano di stare il più lontano possibile dalla politica appunto).

Ebbene vorremmo sottoporle alcune osservazioni relative al nuovo piano per i servizi delle scuole dell’infanzia di Varese a partire dalla nostra situazione di famiglia – ma che per estensione è applicabile a molte altre famiglie - che utilizza la struttura comunale di Bizzozero e che ora – se non muteranno le cose – si vedrà costretta a rivolgersi alla scuola dell’infanzia di Lozza trasferendovi i figlio:

  1. La scuola dell’infanzia di Bizzozero sino ad oggi prevede l’inizio del “servizio standard” alle 08.45, con ingresso dalle ore 08.30. Tale impostazione permette a tutti coloro che iniziano a lavorare alle 09.00 (a Bizzozero ma anche in centro Varese o in un comune limitrofo) di evitare di doversi avvalere del servizio di prescuola. I nuovi orari invece prevedono l’apertura dell’asilo per il servizio standard dalle 09.00 alle 09.15, obbligando praticamente tutti coloro che lavorano a doversi avvalere del servizio di prescuola, il che vuol dire:
    1. un costo in più per molte famiglie,
    2. un costo che oltretutto viene aumentato dal prossimo anno scolastico
    3. un aumento delle richieste per tale servizio con maggiori rischi di esclusione dal medesimo
    4. dubbi circa la disponibilità di personale in numero sufficiente (si tenga presente che informalmente proprio la carenza di personale e l’impossibilità ad assumerne di nuovo venne indicata come causa della soppressione del servizio “primavera)
  2. Il medesimo “servizio standard” oggi prevede l’uscita (molto “gettonata”) dalle 16.15 alle 16.30; i nuovi orari anticipano l’uscita alle 15.45 (con chiusura alle 16.00). Anche in questo caso ciò vuol dire che in molti che prima non ne avevano bisogno ora dovranno avvalersi del servizio di doposcuola, il che comporta ancora una volta:
    1. un costo in più per molte famiglie,
    2. un costo che oltretutto viene aumentato dal prossimo anno scolastico
    3. un aumento delle richieste per tale servizio con maggiori rischi di esclusione dal medesimo
    4. dubbi circa la disponibilità di personale in numero sufficiente (si tenga presente che informalmente proprio la carenza di personale e l’impossibilità ad assumerne di nuovo venne indicata come causa della soppressione del servizio “primavera)
    5. una diminuzione per alcuni bambini – quanti è difficile quantificarlo ora – del “tempo famiglia” a vantaggio del “tempo scuola”
  3. Il criterio delle nuove fasce di reddito applicato ai servizi di prescuola e doposcuola, è stato illustrato come più equo in quanto fa pagare di più i redditi più elevati e di meno i redditi più bassi, ma essendo servizi riservati esclusivamente alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano le fasce che prevedono una riduzione della mensilità è praticamente impossibile che trovino applicazione, al contrario le fasce che prevedono un aumento della mensilità (aumento per altro molto significativo) interesseranno la stragrande maggioranza (se non la totalità) degli utilizzatori, utilizzatori che per le ragioni sopraillustrate saranno molti di più, dando la sensazione che sia solo un modo per “fare cassa”
  4. Anche per il “servizio standard” le tariffe vengono riviste:
    1. Si è parlato di “adeguamento” degli importi, ma visto che in molti casi tali importi raddoppiano la definizione di “adeguamento” appare impropria e volta più ad ingannare che non a giustificare
    2. Se è vero che il Comune deve offrire i propri servizi ai propri cittadini e non a quelli degli altri comuni, è anche vero che chi porta il proprio figlio in una struttura del nostro Comune probabilmente lo fa perché qui vi lavora o comunque qui gravita economicamente (e quindi porta ricchezza), e per la realtà di Bizzozero per lo più si tratta di operai della Bassani o operatori socio-sanitari di ATS e Molina, categorie non certo agiate, che comunque subiscono un nuovo significativo aumento
      1. Per inciso ciò potrà determinare un calo nelle iscrizioni; siamo certi che così non si metterà a rischio l’esistenza stesse delle strutture comunali di periferia come quelle di Bizzozero ?
    3. Va altresì evidenziato come la frequenza della scuola dell’infanzia è obbligatoria solo per l’ultimo anno, se dunque essa rappresenta un onere per chi purtroppo è senza lavoro (anche se tal volta è una scelta), è anche vero che tale onere per i primi due anni può essere evitato
    4. Infine va registrato che i nuovi meccanismi portano ad una contrazione del “servizio standard” (che andava dalle 8.30 alle 16.30 e passa dalle 09.00 alle 16.00) a fronte comunque di un suo aumento
  5. Ulteriore aggravio nei costi (insieme alla nuova necessità del prescuola, agli aumenti di prescuola, doposcuola e servizio standard) è poi rappresentato dalla rivisitazione del “quoziente famiglia” che prima prevedeva sconti dal 20% a salire con il crescere del numero di figli e fino all’età di 18 anni, ed ora resta fisso al 20% con un nuovo limite d’età abbassato a 14 anni
  6. Altra voce d’aumento che colpisce tutti indistintamente (anche se con progressione differenziata) è poi il buono pasto che da 4,70€ passa a 5,00€ oppure a 5,50€; da notare che molti adulti ricevono dalla propria azienda un buono pasto di 5,00€, qui invece parliamo di bambini dai 2,5 anni ai 6 anni
  7. Comunque è vero che il nuovo sistema potrà aiutare coloro che risultano avere redditi molto bassi, anche se:
    1.  noi tutti sappiamo come i redditi ufficiali (quelli su cui si basano i calcoli per ottenere le agevolazioni) sono troppo spesso cosa diversa dai redditi reali (anche il mio datore di lavoro – come molti professionisti – vanta un reddito da fame, molto più basso dei suoi dipendenti e degli operai di Bassani o Molina)
    2. Nello specifico poi i conteggi per ottenere le agevolazioni vengono effettuati sull’ISEE dichiarata dal contribuente sulla base del reddito ufficiale …
    3. Ci perdoni dunque se domandiamo SE e QUALI controlli potrà fare in tal senso l’Amministrazione Comunale

Necessità di usufruire di un prescuola (più caro che non in passato) che prima non era necessario, necessità di usufruire di un doposcuola (più caro che non in passato) che prima non era necessario, aumento delle tariffe del “servizio base”, aumento del buono pasto, diminuzione del quoziente famiglia: il risultato sarà che molte famiglie normali avranno un salasso e dovranno scegliere asili privati o di comuni limitrofi che risultano più economici (anche con un nuovo doloroso percorso di inserimento dei bambini), la nostra famiglia ad esempio, composta da due semplici impiegati (non manager) oltre a doversi dimenare fra orari più scomodi, vedrà passare la propria spesa mensile da  190,00€ a 396,00€ pari ad un aumento annuo di circa 1.800,00€, già perché noi abbiamo il cattivo vizio di pagare le mensilità; ma non è che tutto ciò sia dovuto in buona parte ai tanti che non pagano ? e a prescindere da ciò cosa si intende fare verso costoro ?


Comprendiamo la scelta di voler tutelare i bambini che non hanno colpe per il comportamento disonesto dei genitori, ma i bambini degli onesti chi li tutela ?
Speriamo ci sia spazio per un ripensamento da parte dell’Amministrazione Comunale, diversamente comprenderà la nostra scelta per aver iscritto il nostro bambino a Lozza e il nostro disinteresse verso la politica che parla di aiutare famiglie, dipendenti ed onesti, e poi - a tutti i livelli - chiude gli occhi e va avanti per la strada più facile (ma anche la migliore ? e la più giusta ?).

Lettera firmata 

  

La lettera è stata anche inoltrata al sindaco.

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