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La copertina 2017 di Agorà

In arrivo il nuovo numero del bollettino informativo e formativo della parrocchia dei SS MM Evasio e Stefano.


In arrivo per il fine settimana il nuovo numero della pubblicazione parrocchiale "Agorà", come come di consueto propone una selezione di articoli tratti dalla stampa nazionale, ma anche una serie di notizie ed informazioni prettamente locali che di seguito richiamiamo:

UNA DOVEROSA E NECESSARIA OSSERVAZIONE

Nota di don Nino Origgi relativamente alla frequente mancanza di offerte alla parrocchia in occasione dei riti funebri, che pure la parrocchia officia sostenendo dei costi.

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LE DONNE E GLI UOMINI E I LUOGHI DEL TERREMOTO, IN UNO SGUARDO OLTRE LA SUPERFICIE

Resoconto di due giovani bizzozeresi dalle zone terremotate.

  

 

Con i Giovani della Comunità Pastorale Beato Don Carlo Gnocchi, io e Edo abbiamo vissuto e condiviso un “imprevedibile” avvenimento.
Dal 27 al 30 dicembre con 3 pulmini da 9 persone siamo andati a San Benedetto del Tronto per fare qualche giorno di festa con gli sfollati del terremoto di Amatrice, Accumuli e Arquata.
È stata una “Operazione a cuore aperto”.
Siamo partiti tutti pieni del dubbio: “Sarò capace di sopportare l’impatto con questa realtà così difficile? Cosa dovremo fare, dire, vedere?”…
Qualcuno di noi più grande aveva già vissuto nell’80 un’esperienza simile in Irpinia (San Angelo dei Lombardi), chi facendo compagnia come siamo stati chiamati a fare in questi giorni, chi a scavare con pala o a mani nude… una di noi abbiamo addirittura scoperto lì che ha vissuto anche il dramma del terremoto in Romania…
Il nostro riferimento operativo era Don Gianni della Caritas di San Benedetto, che di giorno in giorno ci diceva cosa eravamo chiamati a fare: condizione incredibilmente utile per evitare qualsiasi nostro piccolo o grande progetto e lasciare invece spazio affinché la “fantasia di Dio” passasse attraverso la nostra libertà.
Così ci siamo divisi su 3 alberghi dove sono ospitati “gli sfollati”: uno per pulmino… equipaggi scelti dal Destino.
Io ero con Edo, qualche universitario, alcuni 18enni e l’altra grande: Micaela (Romena che vive a San Carlo, donna di bello spessore culturale e umano).
Non ripeto, in quanto magistralmente fatto dai ragazzi stessi sui vari media che hanno ospitato i loro articoli in situ, i dettagli delle esperienze vissute, se non per sommi capi. Voglio invece raccontarvi ciò che ha trapassato emozioni e sgomento, affetto e senso di impotenza, emerso nell’incontro finale con i ragazzi.
Ci siamo chiesti di aiutarci a tenere il cuore e gli occhi spalancati e di dedicare ogni istante e ogni energia disponibile alla condivisione della nostra vita con la vita di chi avremmo incontrato – come Gesù faceva andando al fondo del cuore di ogni singola persona incontrata – spronandoci tra noi a non cedere – fossero 1, 10 o 100 – perché “Cristo è Tutto in tutti” come dice San Paolo.
Quale esperienza abbiamo dunque vissuto?
Quale Tesoro, nemmeno poi tanto nascosto, abbiamo scovato nei cuori dei Grandi Uomini e Donne che abbiamo incontrato?
Io sono rimasto personalmente edificato dalla “docilità” alle indicazioni e dalla “fiducia” che i ragazzi hanno dimostrato in Don Marco e Suor Francesca Carla che guidavano l’esperienza.
Segno di un grande cammino in corso e di una umanità viva.
Userò le parole di Romano (nella foto con la cravatta), operaio di Accumuli e Pia (nella foto con gli occhiali al collo) ospiti dell’albergo assegnato al nostro gruppetto.
“Non nascondiamoci… noi sappiamo di vivere in un territorio a rischio di terremoti… non erano le prime scosse che sentivamo… ma questa è la vita… la nostra terra si muove… e a volte un po’ troppo… io non sono arrabbiato col mondo o con Dio… so che non siamo fatti per durare. Certo anche io chiedo con forza di costruire meglio e più resistenti le strutture… ma non mi faccio illusioni… quando accadono queste cose…”. “Io non so cosa dirvi ragazzi – diceva Pia – è difficile… tutto sembra perduto… hai dovuto lasciare lì tutto, tutte le cose della tua vita… ma siamo vivi anche se ancora non abbiamo una prospettiva”. «Poi arrivate voi, ragazzi – incalza Romano – ci state ad ascoltare, cantiamo e ridiamo insieme… un pezzo di vita “normale” e per noi, avere qui voi, è un aiuto grandissimo a non sentirci soli o abbandonati.
Siete la parte grande del nostro popolo, che ci ridà speranza».
Giornate quasi senza soluzione di continuità con la seconda serata trascorsa a Monte Monaco, Paesino arroccato su una montagna a 900 mt. dove abbiamo passato una serata – con cena, chiacchiere, tombolata e canti – nel Centro Parrocchiale che ha miracolosamente resistito al sisma e quindi trasformato in centro di coordinamento dei soccorsi.
Anziani dunque, insieme a Grandi, Bambini, e tanti Soccorritori che da lì si muovono verso le frazioni; una occasione spettacolare per toccare con mano come nell’incontro con una umanità ferita un uomo vivo si commuove e non fa solo il proprio dovere ma diventa figlio, fratello, sorella, madre, amico di chi ha bisogno.
Ovunque siamo andati e chiunque abbiamo incontrato, questa è la cifra distintiva dell’incontro: ciò che tiene viva la speranza, ciò che non fa sentire “tutto ormai perduto” è l’incontro con un uomo o una donna o un ragazzo o una ragazza che con te si mette in gioco con tutta la sua libertà per attraversare con te “il Pelago della vita”.
La determinazione di Don Marco ci ha poi portati, l’ultimo pomeriggio, fino al centro di Amatrice (dire “zona rossa” è un eufemismo). Lungo la provinciale ci siamo fermati sotto Arquata (irraggiungibile) in una frazione dove abbiamo camminato tra le case squarciate… un senso di disagio incredibile ci ha presi… come se fossimo sul Golgota, ai piedi di Cristo inchiodato alla Croce. In molti non ce l’abbiamo fatta e mentre qualcuno diceva in un singhiozzo “non posso fare il turista qui” siamo risaliti di corsa sui pulmini.
Tutti i paesi e frazioni incontrate erano un brulicare di volontari e organizzazioni all’opera in uno sforzo immane, come fossero un sol uomo. E forse proprio questo dà al tempo, apparentemente fermo a quel giorno, l’impeto di una speranza più forte della devastazione: la percezione che tutto questo non è per il male definitivo, che il nulla non vince.
Così in ogni frazione o paesino pur ridotto a cumulo di macerie la nostra gente, il nostro popolo ha posto dei segni…
A volte un Presepe… enorme ben visibile dalla strada proprio sulle macerie, a volte solo un piccolo segno di Natale presso le loro case distrutte… sconvolgente quello di Amatrice di fronte al Duomo, per essenzialità e chiarezza del messaggio per tutti noi: una radice divelta dal sisma in una capanna, con sopra la cometa.
Come diceva l’introduzione del libretto che ci ha accompagnato per tutta questa esperienza, preparato da Suor Francesca Carla: “Volle venire tra noi Colui che si sarebbe potuto accontentare di aiutarci” (San Bernardo di Chiaravalle).
Il massimo della condivisione e della compagnia possibile.
Cambiare il mondo in meglio è possibile da subito; cambiando quel pezzettino di mondo che ci sta attorno, con la nostra umanità tesa a rivivere il dono della vita che ci è stato fatto, grati per quanto senza meritarcelo abbiamo avuto e per questo condividerlo.
Un articolo a parte meriterebbe la Santa Messa conclusiva che abbiamo fatto a Loreto: il ritorno a casa ha nel cuore la Domus Mariae, la Casa della Gioventù come l’ha chiamata San Giovanni Paolo II, nella quale si tramanda che Gesù abbia trascorso la sua infanzia e giovinezza. Poter toccare con le nostre mani i mattoni dove Gesù stesso si è appoggiato (…magari per fare la conta per giocare a nascondino con gli amici), come anche Maria e Giuseppe, è una flash-back incredibile, porta alla esperienza sensoriale tutto il percorso umano della storia della Salvezza…
Quello che ha scritto il nostro amico Tommaso sul gruppo di What’sUp, al rientro, è la sintesi perfetta: “Grazie a tutti di cuore, riportiamo nelle nostre vite quotidiane quello che abbiamo imparato”.
Allora AUGURI PER LA VITA, non solo per l’Anno Nuovo, di poter incontrare persone così.

Andrea, col supporto e approvazione di Edo

 

  

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CRISTIANESIMO E ISLAM: SOMIGLIANZE POCHE, DIVERGENZE MOLTISSIME

Rielaborazione a cura di don Nino Origgi di diversi testi apparsi sulla stampa nazionale.

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SONO NELLA PACE DI DIO

Rossetti Giuseppina, Carcano Luigia Anna ved. Ambrosini, Fumagalli Mirella, Malvardi Maria Giovanna, Fantoni Maria, Talamona Luigi Claudio

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CRONACA RIONALE

Alba Rattaggi bizzozerese dell'anno 2016; Buon Natale dai bimbi del catechismo; Donazioni record per il Club; E' tornata la "Bandella" !; Mostra dei presepi bizzozeresi 2016.


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