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Foto Raffaele Coppola: La sede del Molina su viale Borri

"La Prealpina" raccoglie la posizione della Chiesa locale in merito alla vicenda del Molina.


Il quotidiano "La Prealpina" in edicola quest'oggi ha raccolto il pensiero della Chiesa varesina su quanto sta accadendo al Molina, il cui consiglio d'amministrazione è stato desautorato venerdì scorso dall'ATS Insubria. Un parere che nelle scorse settimane era stato sollecitato da diverse parti poichè per statuto uno dei componenti del consiglio d'amministrazione era stato indicato dal prevosto di Varese monsignor Luigi Panighetti; così sulla poltrona riservata alla Chiesa varesina si sono succeduti prima - da marzo 2015 - l'attuale decano di Varese, don Mauro Barlassina, poi - dalla primavera di quest'anno -  l'attuale responsabile della Comunità Pastorale Beato don Carlo Gnocchi, don Marco Casale, decaduto dall'incaico appunto venerdì scorso. Richiesta di parere comprensibile, ma spesso interessata, essendo evidente in molti casi il fine di tirare dall'una o dall'atra parte l'istituzione religiosa, tanto più che la cronaca dei fatti riporta che il giorno in cui il consiglio d'amministrazione del Molina deliberò il prestito, don Mauro Barlassina - in quel momento consigliere ecclesiastico in carica - era assente.

Ecco allora che l'intervento odierno dei tre religiosi riportato da Gianfranco Giuliani sulle pagine del quotidiano varesino, si è focalizzato sugli ospiti dell'istituto di degenza, sulle loro famiglie e su quanti lavorano in quella che resta una delle più importanti realtà economiche cittadine, evitando di prestare il fianco a qualunque tipo di strumentalizzazione, con il solo auspcio che si faccia finalmente chiarezza sull'intera vicenda, e nel più breve tempo possibile, proprio per evitare che siano i più deboli (anziani degenti per lo più) a pagarne le conseguenze.

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