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Foto Raffaele Coppola: L'interno della chiesa di Santa Maria Maddalena

Approfondimento del Vangelo di domenica 27 novembre a cura di don Marco Casale.


Di seguito la libera trascrizione dell'intervento di don Marco Casale in occasione del momento di riflessione proposto ogni venerdì sera alle ore 21.00, presso la chiesa di S. Maria Maddalena, un momento di meditazione sul Vangelo domenicale per riflettere e meglio prepararsi alla celebrazione liturgica.

Grazie al lavoro di alcuni volontari riproponiamo i contenuti dell'incontro di venerdì 25 novembre 2016:

  

 

LA PAROLA IN MEZZO A NOI

III Domenica di Avvento​
​​Mt 11, 2-15

In quel tempo. Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, / davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

Anche in questa domenica incontriamo Giovanni Battista che dal carcere manda i suoi discepoli per avere notizie riguardo a Gesù. Infatti Giovanni Battista è colui che aveva battezzato Gesù nel Giordano e di cui aveva detto:” ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo”. Aveva anche detto ai suoi discepoli di seguire Gesù. Giovanni Battista allora aveva fatto fino in fondo il precursore cioè Egli è più che un profeta come Gesù stesso dice di lui, perché i profeti parlano di Colui che deve venire, ma nessuno ha potuto dire ciò che ha detto Giovanni Battista: “ecco colui che deve venire, ecco l’atteso, è Lui”. Quindi Giovanni Battista è non solo colui che preannuncia, ma anche colui che vede compiersi la promessa. Ma nel momento in cui Giovanni vede compiersi la promessa, vuole avere la conferma che effettivamente Gesù è colui che è atteso e colui che ha indicato come il compimento della promessa. Questo ci fa riflettere, perché Giovanni il Battista è colui che è sempre aperto al mistero di Dio, alla rivelazione di Dio, è colui che si lascia stupire da un Dio sempre inatteso, che compie non le nostre attese ma compie le sue promesse, che non corrisponde alle nostre richieste ma risponde più profondamente ai nostri desideri, quelli però più veri, quelli più profondi, quelli più autentici. Quello che chiediamo non corrisponde al compimento dei nostri desideri più profondi e Giovanni sa bene tutto questo, allora si lascia stupire da Dio perché Egli arriva, proprio Lui che tu attendi, ma arriva diverso da come te lo sei immaginato. Non è un Dio che è una tua costruzione perché non è un idolo, non è un Dio che corrisponde alle tue idee su di Lui perché Egli è sempre più grande delle idee che possiamo avere su di Lui, così come ogni incontro vero, profondo, autentico. Da una parte compie le nostre attese e dall’altra le supera infinitamente. Inoltre Giovanni Battista si mostra per quello che è sempre stato, un uomo di grande rigore, un grande ricercatore della verità pronto a dire questa verità davanti a tutti, anche in faccia ai potenti, pronto a mettere in gioco la sua vita perché non si può fare a meno di questo per la verità. Allora Giovanni Battista sa che la verità si cerca alle fonti, per questo manda ad interrogare Gesù, Giovanni Battista sa che, per rispondere alla domanda su Dio non bisogna interrogare nessun altro che Lui! Solo nell’incontro con Lui, nel dialogo con Lui nell’ascolto della Sua Parola, lo conosciamo, ci svela il Suo Volto, ci apre il Suo cuore. Allora Giovanni Battista va alla fonte: “…sei tu?”. Vedete come il profeta che interroga, che cerca, il profeta che interroga il Signore per avere da Lui risposta, il profeta che cerca la Sua presenza, che cerca il Suo volto. “ il Tuo Volto, Signore io cerco”…. “ Dall’aurora ti cerco” ….” Se i cieli si potessero squarciare”. Vedete sono tutte le espressioni profetiche che dicono di questo desiderio di incontro con il Signore stesso, con Lui, non con un riflesso di Lui, con un discorso su di Lui, ma con Lui! Giovanni Battista pone una domanda fondamentale. “Sei tu?” Riconoscere il Signore fra tanti, riconoscere la Sua Parola fra tante, riconoscere la Sua Presenza fra tante! Questa è la domanda di sempre, la domanda di chi ha in se lo spirito profetico. “Dove sei Signore? Quale è l’opera che tu stai compiendo in mezzo a noi, nella nostra vita?”. Nella nostra vita, nella nostra storia, come Tu operi, come opera il Tuo amore, quali segni ci stai offrendo, quali conversioni stai operando, quali guarigioni stai realizzando, quali cuori stai aprendo, quali ferite stai curando. Ecco perché quello che Gesù offre a Giovanni Battista, la risposta che offre a Giovanni Battista è vedere le sue opere. “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri viene annunciato il Vangelo" e poi la Beatitudine, “ beato chi non trova in me motivo di scandalo”.
Questa è un po’ la sintesi di tutte le Beatitudini. “Beati i poveri, beati gli afflitti, beati gli affamati, gli assetati di giustizia” … Beato chi non si scandalizza di me , che sono così, che vi offro di poter vivere queste beatitudini, non altre. Beato tu che non ti scandalizzi dell’uomo delle beatitudini! Provate a rileggere questo elenco alla luce dei miracoli compiti da Gesù. Quanti ciechi Gesù ha guarito, gli storpi, i lebbrosi; i sordi – quando Gesù dice : Effatà, apriti!; i morti risuscitano – i quattro miracoli di resurrezione – ai poveri è annunciato il Vangelo. Questi sono i segni che Gesù compie. Però sappiamo che i miracoli sono segni che rimandano ad altro. Quanti erano i lebbrosi al tempo di Gesù ? non tutti sono stati guariti! Quanti erano i sordi al tempo di Gesù? ma non tutti sono stati guariti! Quanti sono morti al tempo di Gesù? ma non tutti sono stati risuscitati! Il miracolo non è la risposta al bisogno dell’uomo. Non è del miracolo che l’uomo ha bisogno. Il miracolo è un segno che ci invita a guardare la realtà più profonda, proviamo a rileggere allora.
I ciechi riacquistano la vista: Chi non vede comincia a vedere, chi non si accorge del bisogno del fratello apre gli occhi. Gli zoppi camminano: l’uomo, paralizzato dalla paura, che si rimette in cammino, paralizzato dalla sfiducia, dalla tristezza e si alza rimettendosi in cammino. I lebbrosi sono purificati: tutto quello che corrompe la nostra vita, tutti i segni di morte che circondano la nostra vita, il nostro peccato è purificato. I sordi odono: le orecchie che non vogliono ascoltare la parola di Dio e che si aprono all’ascolto della Parola, le orecchie che non vogliono ascoltare il grido dell’oppresso, dell’affamato e che si aprono ad ascoltare questo grido; i morti risuscitano: gli uomini che hanno perso il senso di questa vita e che lo cercano dove non lo possono trovare, morti spiritualmente, moralmente e che in Lui rinascono. Vedete l’opera compiuta da Gesù in mezzo a noi? Gesù ci invita ad essere profeti in questo modo, a riconoscere questi segni della Sua opera, dell’opera che compie ogni giorno in mezzo a noi. Cosa siete andati a vedere - dice Gesù- una canna sbattuta dal vento? Giovanni è un uomo di grande rigore, Giovanni non è un opportunista, non è una banderuola, non è uno che approfitta del potente di turno, che va a cercare i favori del potente di turno, che va dietro al pensiero dominante, che cerca di cogliere l’opportunità cambiando idea più e più volte per il proprio tornaconto, per il proprio interesse personale, per non avere fastidi, per mantenere la posizione, per mantenere la poltrona, per mantenere i privilegi. È un uomo che non si sposta né a destra né a sinistra, che cerca solo la verità e la giustizia, che non calpesta mai le regole, che non ha paura del potente, che non cerca mai l’interesse personale ma il bene comune. Un uomo! il più grande tra i figli di donna! Vestito non con abiti di lusso ma con peli di cammello, con una cintura di pelli ai fianchi, si veste e mangia di ciò che il deserto gli offre, Giovanni Battista non ha paura dell’impurità rituale, ma soprattutto non ha paura di sporcarsi le mani. Papa Francesco dice, preferisco un prete incidentato, un prete che ha sbagliato cercando però di fare il bene e non uno che si è premurato solo di tutelarsi dietro una formulazione corretta di una dottrina, dietro una esteriorità apparentemente integra. Uno che non ha avuto paura di sporcarsi le mani per amore della giustizia, per l’annuncio del Vangelo, per stare in mezzo ai poveri, dalla parte degli ultimi! Allora Gesù dice: per tutte queste ragioni Giovanni è più che un profeta è un precursore, è un grande uomo, il più grande, non ce ne è uno più grande di lui, ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Gesù dice qui il salto di qualità tra l’attesa e il compimento, tra l’attesa di Dio per la sua venuta e il momento dell’incontro con Lui, con la Sua parola, con Lui personalmente. Ecco Giovanni Battista è uno che ci invita proprio all’incontro personale con Cristo, con il Messia, che ci conduce a contemplare il Suo Volto, ad ascoltare la Sua parola, ad avere una conoscenza di Lui attraverso la lettura del Vangelo che diventa sempre più vera, sempre più profonda, sempre più aperta all’accoglienza, alla fede in Lui, all’amore per Lui. Giovanni ci invita a questo!
Da Giovanni Battista fino ad ora il regno dei cieli subisce violenza. Quando uno si accanisce contro il Vangelo, contro i suoi testimoni. Il regno dei cieli fino ad oggi subisce violenza, anche se a noi questo stupisce. Perché la violenza contro gli innocenti, contro chi cerca di fare solo del bene? Perché? forse è proprio un po’ questo, perché chi porta una testimonianza, chi dice una parola che non è secondo la mentalità di questo mondo, subisce violenza. I violenti se ne impadroniscono, questo è un invito per noi a non lasciare che altri se ne impadroniscono, ma impadronircene noi cioè essere noi ad accogliere e a testimoniare il Vangelo. Perché ci vuole violenza per questo? Perché il Vangelo chiede la forza di Giovanni Battista, la forza della testimonianza di Giovanni Battista e la veemenza mite del Vangelo e la violenza pacifica ma è forte come era forte Giovanni Battista. Il Vangelo chiede questa forza per essere accolto, per essere vissuto, è una mitezza, una forza, è una pace forte, è una tenerezza forte, è una dolcezza forte, è una amorevolezza forte! Non è debole il Vangelo, la vita secondo il Vangelo è forte non debole. È forte e ci rende forti, più dei violenti. È la mitezza che vince la violenza. È l’amore che vince l’odio. Ecco allora Giovanni è l’Elia che è atteso per gli ultimi tempi. Ecco si compiono i tempi della venuta del Messia, del Salvatore. Egli è l’Elia che deve venire. Chi ha orecchi ascolti, ascolti la parola di Giovanni perché per ascoltare la parola di Gesù, occorre ascoltare la Parola di Giovanni. Oggi abbiamo bisogno della Parola di Giovanni, dell’uomo amante della verità, rigoroso nella ricerca della verità. Abbiamo bisogno perché altrimenti, se uno non ascolta prima la parola di Giovanni Battista, non può ascoltare il Vangelo. Se tu non sei prima un uomo onesto, un uomo cercatore della verità, un uomo coraggioso, un uomo forte, la Parola del Vangelo cade nel vuoto. Se non sei un uomo vero, dove cade la Parola del Vangelo, dove attecchisce? Ecco perché Gesù dice: “ chi ha orecchi, ascolti!

Don Marco Casale

Chiesa di S. Maria Maddalena – Bizzozero

Trascrizione non rivista dall’autore 

 

  

I numeri posti all'inizio di diverse frasi evangeliche indicano i numeri di paragrafo.

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