agora 20130113 cop

La copertina 2013 di Agorà

Alcuni bizzozeresi di ritorno dal Giappone raccontano la loro esperienza.


L'ultimo numero di Agorà, il periodico della parrocchia dei SS Evasio e Stefano di Bizzozero, ha riportato la lettera-resoconto che alcuni bizzozeresi hanno scritto a seguito di un loro viaggio in Giappone, esperienza che hanno voluto così condividere con il rione; ne riproponiamo di seguito il testo integrale:

 

Quando uno dice “sì” al Mistero, non può mai immaginare il progetto di cui inizia a far parte. Non si immagina nemmeno la ricchezza e la gioia che si possono vivere e godere dentro una amicizia pensata e voluta da Qualcuno prima ancora che noi nascessimo.
Oltre 25 anni fa, per iniziativa di una persona, don Giussani ha accettato di andare a fare una conferenza sul Senso Religioso in Giappone e da quel momento sono nate una moltitudine di iniziative che coinvolgono anche oggi migliaia di persone generando nuovi incontri, nuove amicizie, ma si potrebbe certamente dire nuovi Avvenimenti e gli avvenimenti, lo sappiamo, fanno parte della nostra esperienza, generano opere, cioè fatti concreti che incidono nel quotidiano a partire dai bisogni.
L’11 Marzo del 2011 un fatto inaspettato quanto drammatico ha rapito lo sguardo di mezzo Mondo di fronte ad un’onda anomala che nella prefettura di Miygi ha distrutto, spazzandoli via, i paesi di Ishinomaki, Onagawa e tanti altri piccoli villaggi di pescatori, distruggendo il paesaggio e rovinando completamente l’attività della pesca ed allevamento del pesce, unica fonte di sopravvivenza di tutta la zona. Ma oltre ai danni materiali, l’onda si è portata via anche il cuore di tutti gli abitanti che, vedendosi travolti dall’acqua che distruggeva le loro case ed uffici, ha fatto emergere la fragilità dell’uomo sulla terra. Non è mai facile accettare questa verità ma per il popolo Giapponese, non abituato ad esprimere i propri sentimenti e le proprie idee, è stato un essere soffocato ancora di più.
A distanza di due anni siamo voluti andare ad incontrarli, a portare loro un sorriso e un po’ del nostro calore umano. Tutto era nato dal fatto che la nostra amica Wakako Saito era in Italia con noi in quel marzo 2011, e da subito il suo dolore e sconvolgimento ha mosso molti amici a dire: “Come possiamo aiutare queste persone così provate dallo Tsunami?”. La domanda ha trovato risposta nei mesi successivi attraverso il Monastero di Dewasanzan, il Monastero Scintoista del Nord del Giappone che ha permesso di incontrare alcune persone di Ishinomaki.
Da quel momento molte iniziative di aiuto sono nate in Italia e per due anni molti bambini della Scuola Materna di Buguggiate e della Scuola Manfredini di Varese hanno mandato disegni ai bambini che non avevano più le loro scuole. Sono state portate dei completi per giocare a calcio donati dagli amici di Bergamo fino ad organizzare 13 concerti di musica Napoletana grazie alle amiche di Cesena.
Durante la preparazione della Mostra dedicata all’amicizia di don Giussani con il Prof. Habukawa sul Monte Koya al Meeting di Rimini è emersa, per noi che ci abbiamo lavorato, un legame profondo, un riconoscimento di appartenenza a questa straordinaria storia, fino a chiedere di visitare e conoscere tutti questi amici che da un paese così lontano ci amano e ci stimano riconoscendo, loro per primi, che siamo parte di un unico grande progetto del Mistero. È proprio questa coscienza di famigliarità che ci ha preso subito scesi dall’aereo: la bellezza della fioritura dei ciliegi, orgoglio e simbolo del Giappone, l’attesa e l’accoglienza del Vicepresidente del Monastero di Dewasanzan, sig. Miyano, che ha voluto con noi un dialogo libero ed aperto sul concetto della famiglia oggi in Italia e nella cultura Cristiana Cattolica. Due ore di dialogo stretto e settato sul modo di concepire la famiglia in Giappone ed in Italia, sui problemi di crisi di identità dei giovani e sulla paura a riconoscere che senza la presenza del Mistero, in un rapporto matrimoniale, non si possono superare le imperfezioni e le debolezze.
La campana della preghiera della sera ha introdotto il dialogo che poi è ripreso a cena e tutto faceva parte della stessa cosa: essere occhi, braccia, bocca di Colui che fa tutto e che si lascia incontrare nei volti e nella realtà di ognuno.
In questo svanisce anche la fatica del fuso orario, l’adattarsi alle diversità della vita quotidiana, la modalità di alloggio, perfino in un container degli sfollati: niente può diventare ostacolo a riconoscere l’eccezionalità della presenza di un Altro. Tra di noi diventava chiaro ogni istante che trascorrevamo insieme, tra una preghiera Buddista ed un Angelus, che il Mistero si fa carne ed abita in mezzo a noi, anche nella terra del Sol Levante!
Come regali abbiamo portato oggetti che richiamassero per prima cosa a noi chi eravamo, cosa facevamo lì e che potessero aiutarci a raccontarlo anche a chi incontravamo: Presepi, come espressione della Sacra Famiglia, da cui tutto parte e che sempre può sostenere il bisogno umano; stampe dell’Annunciazione del Beato Angelico, per visualizzare il momento in cui Dio si è fatto carne e sua Madre come possibilità di aiuto a noi comuni mortali nella lotta quotidiana di ricerca di Dio. Nei riguardi ai Monaci, come ai bambini delle scuole devastate dallo Tsunami, abbiamo visto uno sguardo di domanda nei volti di chi li ha ricevuti, una domanda a capire di più chi è il Cristiano, che non si muove per un aiuto materiale e basta, ma porta con sé una umanità ed una gioia nel cuore perché ha incontrato Dio; un concetto difficile da capire per il Giapponese e per un Buddista che passa tutta la vita a fare pratiche di purificazione per imitare il comportamento perfetto del Budda. Un ribaltamento della posizione di preghiera, ma un desiderio che diventi possibile anche per loro, come alcuni ci hanno detto con le lacrime dopo aver preso in mano il regalo.
Il nostro cantare con i bambini, il raccontare dell’Italia, il distribuire oltre 35 kg di cioccolatini ed i disegni dei bambini Italiani, ha fatto sobbalzare tutti, ha fatto piangere le maestre e gli insegnanti che si sono trovati davanti un modo nuovo di coinvolgersi con l’umanità di ogni persona. Chi siamo noi per sostenere il bisogno di una realtà così provata? Poca cosa, ma se ci lasciamo afferrare da Gesù possiamo essere ovunque e sentirci sempre a casa: si chiama Ecumenismo e costruisce la gloria di Dio in tutto il Mondo, preservando le diversità culturali ma aggiungendo la capacità di valorizzare l’umano e le sue esigenze del cuore.
Andando infine a trovare il Prof. Habukawa e don Ambrogio Pisoni sul monte Koya tutto ci è diventato più chiaro perché appena arrivati, a notte ormai fonda, abbiamo percepito una accoglienza speciale per noi amici Cattolici dell’Italia! Le pareti del Monastero Muryokoin parlano di don Giuss con foto ed immagini, ma quello che parla ancora di più è stato sapere che tutte le sante mattine, nella preghiera delle 6, tutto il Tempio prega per don Giuss ed i suoi amici del movimento e la mattina che abbiamo partecipato anche noi, sull’altare principale della liturgia, c’era una grande foto di don Giussani e due steli, una per lui ed una per Giovanni Paolo II, due uomini che hanno lavorato e partecipato di questo ecumenismo che a piccoli passi e con un grande cuore sta continuando a coinvolgere sempre più persone e gruppi di persone.
“E se opera” ci ha sempre insegnato don Giuss e sorprendersi vedendo come opera in noi, nelle nostre famiglie e nei nostri amici, coinvolgendo anche amici, famiglie e Monaci dall’altra parte del Mondo ci riempie di gratitudine e ci provoca a rimanere Fedeli a quello che abbiamo incontrato.


Maristella e Gianni Terziroli,
Silvia Dominici, Davide Albini,
Letizia Marastoni

 

Leggi anche: Agorà estate 2013; Orsi polari a Bizzozero